Nel 1871 la “Prochet Gay e Co.” costruisce uno stabilimento per la produzione cioccolatiera nell’area compresa tra le odierne vie Giachino, Gramegna e corso Brin. Un anno prima l’azienda, già proprietaria di un opificio in piazza Statuto, per sfuggire all’elevato dazio sullo zucchero sceglie di spostare la produzione fuori cinta in Barriera Lanzo. Ottenuta dall’Amministrazione comunale la concessione per lo sfruttamento del secondo salto del ramo sinistro del canale Ceronda e di un vicino lotto edificabile vi costruisce il nuovo stabilimento. Con un canone di 825 lire il Comune permette alla Prochet Gay di impiantare un sistema di ruote idrauliche con cui alimenta la produzione. Tuttavia già alla fine del 1872, presumibilmente a causa delle continue infiltrazioni delle acque del canale nei magazzini, l’opificio è ceduto alla ditta “Peyrot e Figli”. La nuova proprietà riconverte il fabbricato alla lavorazione cotoniera. L’Amministrazione comunale non si oppone al passaggio delle concessioni di forza motrice ai Peyrot perché la manifattura tessile avrebbe impiegato un numero di maestranze quattro volte superiore rispetto la Prochet e Gay. Il cotonificio nel 1880 è uno dei più importanti della città. Lo stabilimento è dotato di moderni macchinari per la torcitura e lucidatura dei filati poi lavorati nella vicina manifattura della “Bass e Abrate”. Nel 1887 la ditta Marsaglia rileva il cotonificio.