Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Istituto Sacro Cuore del Carmelo, già Vigna il Galliziano

Era abbastanza naturale che «una grossa fabbrica civile ed una magnifica cappella» come definì il Grossi
questa vigna nel 1791, finisse per diventare convento: per la sua mole severa, la sua lunga serie di finestre e
per la vasta cappella. Conobbe invece tutte le burrasche e le vicende umane e storiche del '600 e '700.


Lat: 45.0562615 Long: 7.721869400000001

Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799)

Translate

Categorie

  • villa

Tag

  • vigna

All'inizio del '700 questa vigna fu di proprietà del mercante e poi conte Carlo Andrea Galliziano, conosciuto per la sua potenza economica, la sua opulenza, ma anche per la sua smania di grandezza, che lo portarono ad essere coinvolto nel fallimento del banchiere Ruffino nel 1720 cui fece seguito il tracollo finanziario per sé e la sua famiglia.
Nel 1750 la relazione sullo stato delle chiese segnala come la proprietà del Galliziano fosse dell'abate di San Ponzio.
In seguito, così cita il Grossi, la proprietà passò al mercante, setaiolo ma anche banchiere Silvestro, che aveva bottega in piazza Carignano come altri banchieri setaioli.
Nel periodo napoleonico passò ai Massimino di Ceva e dal 1832 al 1854 alla famiglia Tempia, che donò l'edificio all'Ospedale di Carità.
Nel 1888 ne divenne proprietaria la famiglia di Marcellino Olliveri.
Infine, nel 1897 una carmelitana di Savona, al secolo Luisa Cevasco, acquistò il Galliziano, dove con altre consorelle fondò il Carmelo del Sacro Cuore di Torino e a cui lasciò la vigna.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA ISTITUTO SACRO CUORE DEL CARMELO, GIÀ VIGNA IL GALLIZIANO
Strada Comunale Val S. Martino 109

Vigna, ora edificio religioso.
Edificio di valore ambientale elemento fondamentale nella configurazione della bassa valle di S. Martino.
L'edificio, ora sede di un convento di clausura, dal Grossi viene assegnato al sig. Silvestro: « vigna con grossa fabbrica civile e una magnifica Cappella» È ricordata una carta topografica, anteriore al 1778 in cui la vigna è citata come «San Ponzio». In periodo napoleonico passò ai Massimino di Ceva e quindi, dal 1832 al 1854, ai Tempia che lasciarono il Galliziano all'Ospedale di Carità. Nel 1888 fu degli Olliveri e quindi di Luisa Cevasco fondatrice del Carmelo del Sacro Cuore. La mappa napoleonica conferma l'assialità del giardino, parallelo al corpo del fabbricato principale, già presente nella Carta topografica della Caccia. Tale carattere si conserva ancora oggi.

Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, pp. 85-86; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI]. 1866. fol. XXIV; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975. pp. 298-299.
Tavola: 51

Temi correlati