Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Rosso, già Vigna Tempia

Questa vigna è posta in una posizione privilegiata da cui si gode un panorama su tutta la città dalle Alpi alla pianura. Di essa si è ritrovata un'ampia documentazione presso l'Archivio di Stato e nel Castello di Malgrà.


Lat: 45.04751148476992 Long: 7.697317600250244

Costruzione: XVI Sec. (1500-1599)

Notizie dal: 1676

Variazione: XVIII Sec. (1700-1799)

Variazione: XIX Sec. (1800-1899)

Variazione: XX Sec. (1900-1999)

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Il pavimento della cappella, in cotto cinquecentesco, suffraga l'ipotesi che, grazie alla bella posizione, venne scelta come luogo di villeggiatura già nel corso del XVI secolo.
Nel  1676 Carlo Antonio Marchisio, banchiere e decurione di Torino, compare in vigna per certa investitura di terre ottenuta dall'Ospedale Maggiore. L'ultima sua discendente, Elisabetta, vedova Marchisio, fu costretta a vendere a Gaspare Antonio Tempia la vigna per far fronte alla dote monacale delle sue figlie 
Ritrovatosi anche il Tempia in difficoltà economiche fu costretto, nel 1765, a vendere la vigna all'avvocato Maccabei, primo commissario del re che apportò importanti lavori di sistemazione e il suo nome rimase alla vigna per lungo tempo.
Nel 1770 passò all'avvocato Settime, che nel 1806 la lasciò alla figlia, legata per via matrimoniale ai conti Cortina di Malgrà. Ciò spiega perché tutta la documentazione sulla vigna fosse presente nell'archivio del Castello di Malgrà.
Gli eredi Francesetti conservarono la vigna fino al 1875, poi  per la vigna, iniziò un lento declino: ridotta a letamaio, stalla e ricovero per animali, con i muri scrostati e il crollo dei  soffitti.
A metà del Novecento fu oggetto di un attento restauro che  la riportò al suo primitivo splendore.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA ROSSO, GIÀ VIGNA TEMPIA
Strada Comunale Antica di Revigliasco, a lato Viale Seneca 140

Villa.
L'edificio di valore ambientale e documentario per qualità formale e distributive qualifica l'area del poggio sommitale tra la Valle di S. Vito e quella di Val Salice.
La vigna nel Seicento era dell'Ospedale Maggiore di Torino e nel 1676 passa a Carlo Antonio Marchisio. La famiglia la tenne fino al 1750 data nella quale passa ai Tempia come indicato sulla Carta topografica della Caccia. Il Grossi la cita come «Il Maccabei vigna del sig. Avvocato Settime [...], con particolar casino e Cappella». Nel 1806 per eredità passa ai Francesetti di Mezzenile che la tengono fino al 1875. La Carta topografica della Caccia disegna due piccoli edifici. La mappa napoleonica, confermata dal Rabbini, denuncia un impianto ad «L» testimoniando i grandi lavori realizzati nella seconda metà dell'Ottocento. La cappella, forse di origine cinquecentesca, è sistemata a Sud.

Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, p. 98; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXVII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 487-491.
Tavola: 59

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