Scheda: Soggetto - Tipo: Impresa

Società Nazionale Officine di Savigliano (SNOS)

Fondata nel 1881, affianca alla costruzione di materiale rotabile, la realizzazione di macchinari elettrici, costruzioni impiantistiche e carpenteria metallica. Attiva nella produzione bellica durante i due conflitti mondiali, è assorbita dalla Fiat e poi dalla General Electric. Chiude nel 2005. Oggi l’area ex Snos ospita un centro commerciale.

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  • industria

Cronologia

1880 − Fondazione della Società Nazionale Officine di Savigliano;

1881 − Con l’assorbimento della Società Anonima Italiana Ausiliare di strade ferrate, tramvie e lavori pubblici, è inaugurato lo stabilimento torinese della SNOS;

1914-1918 − Dichiarato stabilimento ausiliario, partecipa alla produzione bellica;

1940-1945 − Dichiarato stabilimento ausiliario, partecipa alla produzione bellica;

25-27 aprile 1945 − Occupazione della fabbrica da parte delle formazioni partigiane che si scontrano con le forze nazifasciste.

Fondata nel 1880, la Società Nazionale Officine di Savigliano (SNOS) rappresenta una delle più antiche realtà metalmeccaniche del Piemonte. Nel 1881 assorbe la Società Anonima Italiana Ausiliare di strade ferrate, tramvie e lavori pubblici, con sede a Torino, ereditandone immobili e forza lavoro. Da questo momento in poi la SNOS affianca alla tradizionale produzione di materiale rotabile quella di macchinari elettrici, costruzioni impiantistiche ed elettromeccaniche, andando incontro a una rapida crescita e a un incremento della manodopera che nel 1914 ammonta a 978 unità. Durante la prima guerra mondiale l’azienda modifica le proprie strategie produttive dedicandosi alla costruzione di materiale bellico. Al termine della guerra il governo italiano affida alle Officine la costruzione di locomotori, cui segue, nel corso degli anni Venti, la realizzazione di opere infrastrutturali e impianti idroelettrici. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale, la società si presenta come una realtà adatta a sostenere lo sforzo richiesto dalla nuova produzione di guerra, che vede impegnata una forza lavoro, baluardo della resistenza torinese, composta da 300 impiegati e 1.300 operai. Le mine tedesche e gli scontri insurrezionali danneggiano i reparti, che riprendono l’attività già nel maggio 1945, segnando una ripresa limitata dal tracollo finanziario del 1952. Controllata dalla Fiat e della Cogne, la ripartenza della Snos è all’insegna delle radio Savigliano, del trattore Ciclope e della locomotiva E444: negli anni Sessanta l’azienda cede alla Fiat il comparto ferroviario, abbandonando le lavorazioni edilizie e dei grandi complessi meccanici. Nel 1975 è acquisita dalla General Electric e nel 2005, ridotta a 80 dipendenti, chiude i battenti. Sull’area ex SNOS oggi sorge un centro commerciale.

Fonti Archivistiche

  • Archivio Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, (Aisrp), Cln aziendali e di categoria, b. E 84, f. a.

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Ente Responsabile

  • ISMEL