Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Archivi di Corte - Archivio di Stato di Torino, sezione Corte

Si tratta del primo edificio, tra gli Stati preunitari, ma anche nel contesto europeo, ad essere stato appositamente progettato e realizzato per la conservazione delle carte prodotte dalla burocrazia ducale e poi sovrana in sede centrale (al 1729 risalgono le istruzioni di Vittorio Amedeo II per il riordino dei materiali e di istituzione del ruolo di regio archivista). Il progetto, del Primo Architetto di S.M. Filippo Juvarra, realizza una perfetta macchina di conservazione e consultazione.


PIAZZA CASTELLO 209

Costruzione: 1731 - 1734

Progetto: 08 Marzo 1731 - 13 Marzo 1731
delineazione e approvazione sovrana del progetto dell’architetto Filippo Juvarra

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  • archivio | palazzo

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  • mostra moderna

Nel contesto delle più ampie riforme dello Stato volute da Vittorio Amedeo II (1666-1732) e intraprese a partire dagli anni Novanta del Seicento, si colloca la revisione delle carte prodotte dalla casa regnante e l’individuazione conseguente di un responsabile capo, «ben pratico della scienza legale e nella cognizione delle tre lingue principali, latina, italiana e francese per puoter meglio capire la forza dei trattati, di diplomi, contratti e altre scritture» (dal Regio Biglietto del 22 marzo 1717). L’incarico viene affidato nel 1729 all’avvocato fiscale generale Gian Claudio Garbiglione, creato regio archivista, mentre Carlo Emanuele III (1701-1773), succeduto al padre nel 1730, con proprio biglietto del 19 maggio 1731 definisce il completamento del progetto di riordino, che avrebbe permesso di conservare le carte prodotte e di regolarle «altresì con quell’ordine ch’è si necessario per facilitare nelle occorrenze il ritrovamento delle medesime con quella prontezza che esige il nostro servizio». Alla ripartizione delle carte in sei sezioni: trattati, lettere ai ministri, istruzioni, amministrazione economica, cerimoniale, materie ecclesiastiche deve corrispondere anche una sede che permetta la relativa conservazione in camere distinte, contro la precedente accumulazione, dal 1707 – ormai divenuta inaccettabile – in una stanza del Palazzo Ducale, poi Reale.

Juvarra e Alfieri

A questa nuova sede provvede, nel 1731 (con approvazione sovrana dell’8 e 13 marzo), il Primo Architetto di Sua Maestà, il messinese don Filippo Juvarra (1678-1736), inserendo un apposito edificio, direttamente collegato al Palazzo dalla lunga manica delle Segreterie di Stato, all’interno del sistema, ampiamente consolidato, della cosiddetta “zona di comando” (Comoli, 1983), ossia dell’area fabbricata al servizio della corte e dello Stato, ruotante attorno alla piazza reale, al palazzo, ai giardini e alle sedi della burocrazia sovrana. Il nuovo palazzo, di scala molto più ampia rispetto alle precedenti scelte di Seicento, assicura un primato alla corte sabauda nell’organizzazione funzionale dei propri archivi (gli archivi centrali di Vienna sono del 1749), garantendo una sede rimasta l’unica sino al 1925, quando il neoclassico ospedale di San Luigi Gonzaga viene adibito alle “Sezioni Riunite”, alleggerendo il carico di carte della sede di Corte. Il fabbricato juvarriano, compiuto tra il 1731 e il 1734, con trasferimento delle carte quello stesso anno, chiude il lato nord ovest del cortile della Accademia Militare e, dal 1740, si vede affiancato il Teatro Regio progettato dal Primo Architetto succeduto a Juvarra, Benedetto Alfieri (1699-1767). La progettazione juvarriana consegna alla città un edificio di unica modernità ed efficienza, dalla sobria facciata scandita da paraste di ordine gigante (che comprendono i piani primo e secondo) su un’alta base, complessa macchina di gestione per la quale l’architetto progetta anche gli arredi, in particolare le funzionali “guardarobbe” (ossia gli armadi) per la conservazione delle carte.

Fonti Archivistiche

  • Giuseppe Fea, Cenno storico sui Regi Archivi di Corte, manoscritto, Torino 1850, Archivio di Stato di Torino, Corte

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