Villa Buoncompagni, già Vigna Vergnano
Dopo Piazzale Adua e all'inizio della strada di Valsalice si trova questa antica villa, un tempo chiamata “La Roquet”, la “Rocchetta”. Appartenne a Carlo Buoncompagni di Mombello (1804-1880), pedagogista, magistrato, ministro dell'Istruzione e poi ministro di Grazia e Giustizia, il cui stemma comitale e le iniziali sono ancora presenti sulla balaustra in ferro del balcone centrale del primo piano.
“La Roquet” è segnata sulla mappa del 1696, ma la posizione scelta è tra le prime ad essere edificate già nel '500, è quindi probabile che abbia origine più antica.
Nel 1690 il conte Giovanni Michele Vergnano lasciò in eredità alla Compagnia di San Paolo le due vigne in Valsalice. Sono infatti presenti nell'elenco delle vigne coinvolte nell'assedio 1706 due edifici: Roquet e Rochette.
Nel 1780 Pietro Paolo Gay, che da tempo l'aveva in affitto, l'acquistò dalla Compagnia per L. 6200, un prezzo basso ma giustificato dalle pessime condizioni dell'edificio e del vigneto che doveva essere reimpiantato. Il Gay non sopportò l'onere della spesa e nel 1789 la proprietà era già passata alla famiglia Delcampo, e alla signora Delcampo fa riferimento il Grossi nella descrizione di questa vigna.
Nel 1795 venne acquistata dal marchese Roero di San Severino e con il nome di “Ferme S. Severino” è indicata sulla mappa napoleonica. Successivamente la proprietà passò ai Massaia e ai Boncompagni di Mombello.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA BUONCOMPAGNI, GIÀ VIGNA VERGNANO
Strada Val Salice 9
Vigna.
Edificio di valore ambientale e documentario. I muri di sostegno dell'«artefatto piano» e il giardino con alberi ad alto fusto concorrono alla definizione ambientale dell'imbocco di Val Salice.
L'edificio, di impianto seicentesco, viene ceduto nel 1690 alla Compagnia di San Paolo. Nel 1780 è affittavolo Pietro Paolo Gay che la compera, ma la rivende poco dopo. Nel 1795 passa ai Roero di S. Severino e nell'Ottocento è dei Buoncompagni. L'impianto a blocco su «artefatto piano» subisce delle trasformazioni a metà Ottocento.
Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, p. 151; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXVI; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 420-422.
Tavola: 59