Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Camaïeu abbigliamento, ex Maschio, ex confetteria Romana Succ. Bass

Nel sottoportico di piazza Castello, la decorazione di quello che è stato uno dei più prestigiosi esempi della decorazione commerciale torinese del Liberty torinese affiora come un reperto archeologico dagli interventi di ammodernamento del locale, operati dagli anni Sessanta del Novecento a seguito di diversi cambiamenti di destinazione commerciale, che non hanno tenuto conto del valore artistico culturale della storica confetteria.


PIAZZA CASTELLO 43

Notizie dal: 1810

Rifacimento: 1918 - 1920

Trasformazione: 1961
circa

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  • negozio | bottega

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  • locali storici

1. Cenni storici

Le origini della Confetteria G. Romana Succ. Bass risalgono all’inizio dell’Ottocento e, fino alla sua chiusura nel 1961, era considerato il più antico caffè della città.  “…Lo svizzero J. Bass, confettiere, stabilisce nel 1810 la sede della sua confetteria nel sottoportico della “Place Imperiale de la Foire” napoleonica, poi Piazza della Fiera, poi Piazza Castello …. A metà secolo si affianca al titolare il signor Romana, che alla morte di Bass divenne proprietario. Sappiamo che nel 1872 la Confetteria è di Giuseppe Romana e Francesco Piotti perché ne acquisiscono un’altra, la celebre confetteria di via Po 4 di Angelo Rocca.

Nel 1906 si costituisce la Società Anonima Confetteria già Romana e Successori Bass e fratelli Stratta che comprende sia l’esercizio oggetto d’articolo che quello, ancora esistente, in piazza San Carlo. Abbiamo notizia di un contenzioso in cui la Società avrà la peggio e viene condannata al pagamento delle spese legali, tale contenzioso dura fino al 1914 e forse è per questo che le opere di ammodernamento dei locali saranno poi effettuate dieci anni dopo altri interventi sulla Piazza Castello.” (*)

Dal 1918 al 1920 una completa operazione di restauro trasforma la confetteria all’interno e all’esterno, su progetto del decoratore-architetto e pittore Giulio Casanova, autore anche dell’arredo del vicino caffè Baratti e Milano aperto circa dieci anni prima, cui il nuovo allestimento della confetteria è stilisticamente legato, lussuoso esempio di gusto post-liberty (1). Anche per quest’impresa, Casanova ricorse per le parti scultoree alla collaborazione dell’amico e collega dell’Accademia Edoardo Rubino.

“…ad un sobrio arredo ottocentesco con devanture lignea si sostituisce un arredo sontuoso composto di un bancone di “sette metri in onice marocchina”, un lambris in mogano, riquadri nel soffitto con eccezionali decorazioni a rose bianche legate a ghirlanda di Giulio Casanova, e sculture bronzee del Rubino.

Tutto questo introdotto da una raffinata devanture anch’essa in mogano con cornice continua, un bassorilievo che comprendeva il pilastro centrale con una scena di vendemmia sormontata da un fregio a stemmi, lampadari in cristallo e bronzo finemente cesellati. Tutto l’allestimento è descritto e fotografato nel numero de “L’Architettura Italiana” del giugno 1920, in modo che si fissi nella nostra memoria un pezzo della Torino anni Venti.” (*)

Nel 1940 venne rilevata da L. Sicco che la gestì fino alla fine degli anni Cinquanta.  A seguito di una controversia sull’affitto, nel 1961 la storica confetteria chiude definitivamente e il locale viene occupato per circa trent’anni dal noto negozio di dischi e articoli musicali di Umberto Maschio. Con questo primo passaggio inizia la trasformazione del locale attuato nella completa assenza di sensibilità alla conservazione di ciò che era stato, con un intervento che ha cancellato la sontuosa e raffinata opera di Giulio Casanova, ancora visibile nella vicina caffetteria Baratti & Milano.

“All’esterno, il portinsegna in mogano, con le quattro grandi lanterne in bronzo, affiora dall’enigmatico panorama di una vetrina “ammodernata” secondo i canoni attuali. Tutto il resto, dalla grande devanture con i bassorilievi in bronzo di Edoardo Rubino ai ricchi interni in mogano e marmo con decorazioni dipinte, è tramandato dalle sole immagini fotografiche, conservate a Torino presso il Fondo eredi Casanova ( Accademia Albertina). La recente trasformazione in negozio di abbigliamento non ha messo in risalto quanto resta delle decorazioni del locale.” (2)

 

2. Arredi

La devanture è un monoblocco ligneo solo parzialmente conservato, con cornice del portinsegna sporgente a doppia modanatura e decorazioni a foglia con festoni, sotto cui sono sospese le quattro grandi lanterne in bronzo ottonato e vetro, originarie. Le mensole a ovuli e foglie e due semicolonne laterali, con capitello intagliato e dorato e basamento in marmo, sono opera dell’artigiano Capisano.

All’interno, echi delle ricche decorazioni di Giulio Casanova danno il metro della perdita eccezionale per la città: sono ancora visibili, oltre alla bella pavimentazione della ditta Catella in marmo giallo, verde e rosso, con motivi rettangolari tassellati più scuri, i due soffitti delle sale, incorniciati, con stucchi in rilievo dorati, raffinate rose a ghirlanda e stemmi a rilievo dorati in polvere, alternato al bianco e alle parti colorate dell’artigiano Paliotti; al centro, due lampadari centrali in cristallo di Boemia con inserti metallici in lega dorata (3). Gli stemmi di casa Savoia documentano il titolo attribuito a Romana e Bass di fornitore della Real Casa.

Persi, ancora negli ultimi anni, una cornice a stucco per specchiera con lesene decorate ad intrecci dorati, capitelli con pampini e uva e una sovrapporta dorata e dipinta con composizione di ornato architettonico e motivo floreale, ancora rilevati nel 2008.

Note

(*) Da Piemonte in vetrina: la parabola di Romana e Bass, icona d’eleganza, a cura di Antonella Pinna, in http://www.piemonteis.org/?p=1241

(1) G. Auneddu Mossa, L’arte decorativa negli arredi del commercio: Baratti & Milano e Romana-Bass di Giulio Casanova, in A. Job, M.L. Laureati, C. Ronchetta, Botteghe e negozi…, Torino 1984, pp. 58-60; P. Traversi,  C. Ronchetta, a cura di, cit. 2001 e 2008, pp. 58-59

(2) Ronchetta, 2005, n. 3 p. 32

(3)  F. Dalmasso, Eclettismo e Liberty a Torino. Giulio Casanova-Edoardo Rubino, Torino 1989, p. 38, sottolinea la derivazione tra bizantina, barbarica e carolingia delle complicate combinazioni geometriche.

Fonti Archivistiche

  • Legge Regionale 4 marzo 1995/n. 34 “Tutela e valorizzazione dei locali storici” catalogo Guarini Piemonte, presso CSI Piemonte, G.Auneddu, M.L.Laureati, A.Costantino, scheda n. R0155334 e Allegati

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Ente Responsabile

  • MuseoTorino, 2017