Villa Belfiore, già Ruscala
E' la seconda vigna con il nome Mescià, appartenuta, come la Villa Fubini (anch'essa chiamata Mescià), alla famiglia Ruscala.
Vigna antica, almeno del primo Seicento, pare appartenesse al famoso protomedico Fiocchetto, che curò l'epidemia di peste del 1630 in Torino e che, proprio in questa vigna, scrisse il suo trattato sulla peste.
Nell'Ottocento vi abitò Emerenziana Vegezzi Ruscala detta Emma, futura sposa di Costantino Nigra, segretario di Camillo Cavour.
Il medico Fiocchetto ebbe una figlia Maria, a sua volta madre di Anna, sposata al torinese Carlo Ruscala.
La famiglia Vegezzi Ruscala affermava che la vigna fosse quindi giunta dai Fiocchetto ai Ruscala per via ereditaria. Diversa è la situazione da quanto emerge dal censimento del 1706 quando la vigna si chiamava Vicaribal, e poi Mescià o Meschiatis, ed era del medico Carlo Gaetano Meschiatis che la vendette al teologo Giuseppe Ruscala.
Per via ereditaria passò in seguito all'avvocato Luigi Ruscala, citato dal Grossi. La nipote Felicita sposò il botanico ed intellettuale Giovenale Vigezzi ed ebbero due figlie: Ida, che sposò un gentiluomo napoletano, ed Emerenziana, detta Emma, che nel 1855 sposò Costantino Nigra.
Nonostante le visite in vigna di Camillo Cavour, di cui il Nigra era segretario, che avevano lo scopo di riappacificare i coniugi, il matrimonio naufragò. Le due sorelle, Ida, rimasta vedova, ed Emma, abbandonata, alla morte del padre rimasero sole nella vigna di San Vito, ricevendo soltanto i parenti.
La vigna passò per via ereditaria a Costantino Nigra, poi ai Parolin ed infine venne acquistata dalla famiglia Belfiore.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA BELFIORE, GIÀ RUSCALA
Strada Antica di S. Vito 44
Villa.
Segnalazione di edificio di interesse ambientale; concorre alla sequenza di ville lungo la strada antica di Revigliasco. La Carta topografica della Caccia [1762] riporta l'edificio con planimetria compatta. La proprietà nel censimento del 1741 è dei Mescià. Nel 1777 è di proprietà del canonico Ruscala acquisitore della casa del sig. Carlo Gaetano Meschiatra. Il Grossi la cita come «Il Mescia vigne con casino e cappella del sig. Avvocato Luigi Ruscala». Nell'Ottocento passa per matrimonio a Costantino Nigra quindi ai Belfiore. Il corpo compatto, che si era mantenuto sino alla metà dell'Ottocento, è stato trasformato separando la parte civile dai rustici.
Carta topografica della Caccia [1762]: A. GROSSI, 1791, p. 106; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXVII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 511-513.
Tavola: 59