Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Barbaroux, già Vigna San Tommaso

Dapprima vigna, poi villa settecentesca, subì il danneggiamento della serra durante il bombardamento del 13 luglio 1943.


Lat: 45.0573172 Long: 7.700006899999997

Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799)

Ampliamento: 1866

Bombardamento: 13 Luglio 1943

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  • bombardamento | cappella | villa

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  • bombardamenti | vigna

Bombardamenti

L'edificio, costruito in muratura mista, di tre piani fuori terra, era costituito da 27 locali interni, una stalla, un fienile, una serra e una cappella. Durante l'incursione aerea del 13 luglio 1943, una bomba incendiaria sinistrò la serra della villa che, alla rilevazione del gennaio 1946, non risultava riparata.

Nel 1619 Giovanni Carron, segretario di Stato e dell'Ordine dell'Annunziata, ebbe da Carlo Emanuele I il titolo di marchese e l'infeudazione di San Tommaso e di Aigueblanche. Da allora i membri della famiglia dei Carron di San Tommaso coprirono frequentemente le cariche di ministro di Stato.
Sul finire del '700 le proprietà torinesi dei Carron erano la cascine Palasotto e Serena e le vigne Priè e San Tommaso.
La proprietà della vigna passò poi ai Lascaris, dai quali ai Cavour quindi agli Alfieri di Sostegno e infine ai Visconti Venosta e nel 1823 a Giuseppe Barbaroux, famoso giurista e uomo politico.
Subì il danneggiamento della serra durante il bombardamento del 13 luglio 1943.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA BARBAROUX, GIÀ VIGNA S. TOMMASO
Via Principessa Felicita di Savoia 27

Vigna.
Segnalazione di edificio con elementi di significato culturale e documentario, partecipa insieme al Convitto per Vedove e Nubili alla definizione del poggio pedecollinare di Val Salice. La cappella è di valore documentario.
La vigna, di antico impianto, segnata nella Carta topografica della Caccia [1762], come « S. Tommaso » (Carton), è qui disegnata con planimetria ad «L» . Il Grossi la ricorda come « vigna [...] con antica palazzina [...]». La mappa napoleonica segnala l'artefatto piano ad emiciclo (che si conserva ancora oggi) e in rustici a Sud. La mappa Rabbini invece raffigura il civile, la nuova cappella e la scomparsa dei rustici. Tale impianto si conserva sino agli anni Quaranta e solo recentemente sono stati realizzati sostanziali modifiche. La cappella. di probabile impianto settecentesco, fu ampliata intorno al 1866.

Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, pp. 157-158; PLAN GEOMETRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866 fol. XXIII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 338-340.
Tavola: 50

Fonti Archivistiche

  • ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 2533, cart. 52, fasc. 3 , n. ord. 23

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Ente Responsabile

  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà