

E alla ti ra nnide domes tica si aggi ungeva, a mag–
gior vcrgog na, la dominazione straniera che ,
att endata
in:
due . delle più cospicue. provincie,
soffocava ogni .anelito di vita
ital~ana,
riescendo,
con abili avvedimenti e
èon
audaci intimidaz ioni,
a mantenere fra ' i governi italiani quelle gelose
rivalità e sparge ndo in ogni parte della penisola
quegli odii profondi che rendevan o più sic uro il
suo predominio.
E intanto, poche e lan gu enti. indust rie, scarsi
commerci, l'arte asserv ita; ogni ene rgia popolare
intristita dal mal gove rno.
.
.L'It al ia non poteva : arrendersi a quest a dura
condizione: la lotta- era continua, le r esistenze in–
domabili,' man tenute v'ive c perenni dalle cospira–
zioni , santificate dal sacrificio e dal martiri o.
Ma fra i principi italiani vi er a chi, fedele all e tra–
dizioni della sua Casa ; amava il suo popolo, edu–
- dolo alle virt ù civili ed alle discipline del do–
I
v~
a,
preparandolo alle conquiste della scienza,
tItll
l'
ndolo nelle armi, facendo gli sen tire il ben e–
' "ficlO di nuov i ordinamenti, e che, fiero della sua
dign ità, manteneva vivo nel cuo re il pens iero della
sua indi pendenza.
Egli aveva raccolta l'antica divisa della sua Casa
e lun gamente meditat o, ta lvolta esitato, attendendo
.che spuntasse quell'a stro che nella fatidi ca sua
prev eggenza an nun ciava gli avrebbe segnato il
cammino alla mèta gloriosa da secoli agognata. E
quando sentì che un fremito di nu ova vita scuo–
teva le fibre della vecchia Europa, quando vide
che l'Itaiili si riscuoteva a nuove speranze, com–
pre se che ogni esitanaa . sarebbe .stata delitto, e
volle, con un atto solenne, instau rare quei liber i
ordinamenti, che, consac rando la concorde, fedele
coopera zione del pr incipe e del popolo alla pro–
sperità ed alla grandezza della patria, venivano a
costituire I'in crollabile fondam cnto di .uno Stato
che non poteva a meno di ess ere
il
fortc nu cleo,
'intorno al quale le fami glie italiane sarebbero venu te
'a raccogliersi per assorgere a dignità di nazione .
Lo Statuto che Carlo Alberto pro clamava con
affetto di padre e con lealtà di Rc era la consa–
cra zione irretrattabile del diritto nazionale.
Cinquant'anni stanno per .compiersi da quella
data
m émoranda
ed in questo periodo così breve
per la vita di una nazione quale e quanto lavoro
non si è mai compiuto 1 Quali e quanti avve ni–
menti! Che splendida visione per chi, volgendosi
addietro a misurare il percorso cammi no, cerchi
di ricomporre nel suo pensiero la vasta epopea!
E pri ma il 1848. Un'o ndata di audacie giovanili,
di fede cava lleresca, di entusiasmi, di poesia. In
---,---.----
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inni, di plausi, di benedizioni vibri alta ed avvivat a
dagli entusiasmi dell'affetto la voce dei suoi operai .
Interprete del . loropensiero, .io porgo a Voi, o
Sire,:
alla Maest à della Regina, agli au gusti Sposi,
a tutta la Famiglia Real e il reverente omagg io
della loro gratitudine perchè abbiat e voluto scen–
dere a questi loro cantieri, ed associarvi ad essi
nelIieto presagio di un avvenimento che ricorderà
uno dei
più
solenni momenti della vita nazionale.
Qui, su queste sponde 'cosi . ridenti del Po, in
ques ti giardini ricr eati da .tanto tesoro di vegeta–
zione ; qui d'onde lo sguardo può abbra cciar e ad
un tempo la grandiosa corona delle Alpi e le fio–
rit e balze dei colli
e
le convalli echeggianti del
fragore delle officine, e il vasto piano , reso fecondo
dall'opera industre del nostro colono; qui ferve
oggi il lavoro concorde, assiduo dei nostri opera i
a preparare, sotto la dir ezione dei valorosi archi–
tetti, una sede degna ad una seconda Esposizioné
Gene~ale
dei prodotti del lavoro nazion ale.
'
Nelle vaste gallerie, le cui grandi linee sono se–
gnate .da quella fitta selva di antenne,
I
noi int en–
diamo di porr e in rass egn a tutte le manifestazioni
della vita nazionale nel vasto campo della scienza,
dell'arte e dell'Industria e in quello non meno
ampio e benefico della previd enza e dell'assistenza
economica. .
•
.
~ Noi
.vogliamo che, dopo cinquant' anni di quel
libero regim e al quale queste nostre provi ncie eb–
bero la ventura di essere chiamate prime, ed al
quale ebbe poscia :a partecipare l'Italia intera,
possano gli italiani darsi ragione del progresso da
essi raggiunto, ed avere la piena e sicura coscienza
dei .b enefici effetti che la rinnovata costituzi one
politica e le ga ranzie
I
statutarie di sicurezza e di
.Iib ert à
civile"hanno potuto spi-egare in tutte
l e
var ie
. espressioni della loro . energia. Noi vogliamo che
i'Italia si riveli a sè stessa.
Ed è ragione che ciò avvenga. Cinquant'anni
fa - ricordiamolo 'ora e' sempre - l'Italia era
ancora quale l'avevano foggiata gli infausti trat–
tati del 1815. Essa era divisa in 7 Stati, discord i
fra loro, costretti fra alte barriere e in angusti
confini, ad una vita refrattaria .ad ogni pro–
gresso economico e civile; governata da Prin–
cipi infeudati s pesso allo straniero, condannati
"dalla paura a governare col sospetto, colla vio–
lenza, a soffocare nel sangue le genero se aspira–
zioni, a vivere mal edetti dai popoli, che pur sen–
tcndo di avere comuni le origini, la lingua, la
storia, la coscienza di una 'vita nazionale , erano
in vece co? dannati ad essere gli uni agli altri stra–
nieri.
BOLLETTINO UFFICIALE
CINQUANTENA~~O
·D;ELLO STATUTO
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Vi;" Principe A:rnedeo, n. 9 - Torino
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Si ricevono presso la Sede del COMITATO ESECUTIVO
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•
I
11 POSA DELLA PIETRA
FOHDAIE~TALE
III
dl.corso dell'OD. Ville.
Torino, la vostraTorino , vi ringrazia , o Sire ,
colla più viva effusione del cuore di essere venuto
a Lei, e, coll'anima commossa ancora dal terribile
ricordo. inneggia a Dio che fece salva la vita
Vostra dall'attentato parrioida e leva la sua voce
per acclamarvi e benedirvi nei Vostri sacri affetti
di' Re e di Padre. Essa sente nell'esultanza sua
tutta la delicata, tutta la squisita nobiltà del pen- .
siero che trasse Voi e l'amata nostra ' Regina a
visitare oggi l'antica casa dei Padri, quasi a reli–
gioso pellegrinaggio che richiami sugli au gusti
sposi i fausti auspici delle tradizioni famigliari e
delle memorie gloriose, delle qua li la primo genita
della Nazion e è ·fedele dustode ; e va orgogliosa
sovrat utto di ciò che in questa lieta concordia di
I
della
colonna ·com·memoranje
il
primo cinquantenario dello Statuto
Domenica, 9 Maggio,
.si
è collocata nel
parco ·del Valentino, con una solennissima
cerimonia, la pietra fondamentale per la
colonna commemorativa del primo cinquan–
tenario dello Statuto.
Intervennero alla festa le L.L. 1\1.M.
il
Re
"-
.
e la Regina d'Italia, le L.L. A.A. R.R. i
Principi di Napoli, visitanti in questi giorni
Torino, gli altri Principi e Principesse R èali
dimoranti nella città nostra, coi rispettivi
seguiti; tutte le Autorità; un gran numero
di Senatori e Deputati e Rappresentanti
della Provincia e del Comune ;
lintiero
Comitato Esecutivo dell'Esposizione e innu–
merevoli membri del Comitato Generale
e delle Commissioni, fra ·le quali quella
esecutiva di Asti ; quasi tutti gli azionisti
della Mostra; uno · stuolo elegantissimo
di dame, signore e· signorine; una gran–
dissima rappresentanza della Stampa; 200
rappresentanze di Associazioni Militari ed
Operaie con bandiere' e musiche, ecc., ecc.
L'on,
Villarpresidente del Comitato Ese–
cutivo dell'Esposizione, pronunciò, dinnanzi
.a S. M. il Re, il seguente discorso:
eSPOSIZIONE
GENERALE ITALIAN
TORINO
,-J
1898
. l.\01
"f.CAC IVIC ...
\
.
-L
.TOH' '''2- '"