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cardinale Gerolamo Della Rovere crea to arcivescovo di T orin o nel
1564,
e
cioè: una mitra orna ta di gemme e perle e d 'un g rosso diamante in
fronte ; una croce d 'argent o con g ran piede che recava lo stemma del
donator e (5) ; un 'altra d' argento . dorato con croc ifisso e sei anelli nel
bast one; la sua croce pastorale d' oro con se tte botton i intorn o ed un
pezzo del sa nto legn o ; il suo an ello past ora le con tr e rubini, altre tt anti
smeraldi ed un diamante nel mezzo; un calice d 'argento dorato con
l'arm a del cardinale (6) e qu attro candel ieri allo stemma dei Della R o–
vere, del peso di
12
libbre, che eg-li leg ò al Capitolo (7) con altri ar–
redi della cappella che eg li aveva in R oma
(8 ) .
. Prima del
l 628
il tesoro si era arricchito d' un calice fregiato dello
stemma dell'arcivescovo Gio. Batti sta F errer o; di ampolline e patena
donate .dall'ar civescovo- Bergera; d 'un calice d at; 'da mon signor di Rac–
conigi ; d 'un altro lavorato in Spagn a e dat o dall 'ar civescovo Broglia e
di du e cande lieri d 'a rgento, don o di Eleonora Madruzzi contessa di Po–
longhera dama delle du cali infanti.
La medesima contessa diede pure addì
16
dicembre del
16
36 (9)
un ostenso rio g ra nde d 'argento del peso di
120
oncie e del val sente d(
66 doppie di Spagn a, cesellato nel piede all'arma della donatri ce ed a
molte figure e con Cristo risorto sulla cop pa . Dono suo era no pure du e
cande lieri d 'arg ent o del peso di
12
libbre fregiati del suo stemma.
L 'arcivescovo Pr ovana leg ò ' ( IO) una croce d' argento del peso di
nove libbre e finamente cese llata in og ni sua parte; Mari a El isabetta
Solaro contessa Dalpozzo di Brandizzo don ò un br accio d'arg ento pel
cereo che si accendeva all'elevazione nella messa solenne capitolare ( 1l )
ed un ign oto aveva dato prima del
165 2
un lampadario d 'argento del
peso di 8 libbre, nonchè un altro di 4 libbre destin ato all'altare della
B.
V. g ra nde ( I 2).
Si devono pure segnalare i sei cande lieri d'argento del peso di
40
libbre freg iati con lo stemma del du ca di Savoia che li ave va donati
prim a di quell'a nno, e la coro na d 'argento destinata all'a ltare di San Se–
condo da lle d ucali infanti, operata di smalt o a fogli e di verde con du e rose
bianche e du e rosse ricche di smeraldi e di rubini e con altre 4 p iù p ic–
cole circo ndate da altri pezz i che port avan o incastonati smeraldi e ru bini
di
g ran valore ( 13) .
Ne l
1700
l'alt ar maggior e fu dotato da l Capito lo di par ecchi can–
delieri d 'ar gent o del peso di
120 6
oncie
( 14) ;
ebbe dall' arcivescovo Vibò
una croce d'argento del peso di
10 0
oncie e il
18
dicembr e de l
1748
il Cap itolo stesso mandò ai fratelli Paolo Ant onio e Gio. Francesco Pe–
roletti, orafi torin esi, cesellasse ro in lamina d'argento il miracolo del Sa–
cramento seco nd o il disegn o datone dal pittore Ga lleotti, prom ettendo
loro l'ar gento occorre nte e mercede di 550 lire.
Il canonico tesoriere ' Francesco Peyron da Racconigi
( 15)
d onò
all'altar maggior e quattro statue d'argento di San Gioan ni Batti sta , Sa n Se–
condo , Sa n Massimo e Sa n
R ernigi o,
del peso di
108 l
oncie; ma
poich è
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