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220

Il

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11

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7!

o

cardinale Gerolamo Della Rovere crea to arcivescovo di T orin o nel

1564,

e

cioè: una mitra orna ta di gemme e perle e d 'un g rosso diamante in

fronte ; una croce d 'argent o con g ran piede che recava lo stemma del

donator e (5) ; un 'altra d' argento . dorato con croc ifisso e sei anelli nel

bast one; la sua croce pastorale d' oro con se tte botton i intorn o ed un

pezzo del sa nto legn o ; il suo an ello past ora le con tr e rubini, altre tt anti

smeraldi ed un diamante nel mezzo; un calice d 'argento dorato con

l'arm a del cardinale (6) e qu attro candel ieri allo stemma dei Della R o–

vere, del peso di

12

libbre, che eg-li leg ò al Capitolo (7) con altri ar–

redi della cappella che eg li aveva in R oma

(8 ) .

. Prima del

l 628

il tesoro si era arricchito d' un calice fregiato dello

stemma dell'arcivescovo Gio. Batti sta F errer o; di ampolline e patena

donate .dall'ar civescovo- Bergera; d 'un calice d at; 'da mon signor di Rac–

conigi ; d 'un altro lavorato in Spagn a e dat o dall 'ar civescovo Broglia e

di du e cande lieri d 'a rgento, don o di Eleonora Madruzzi contessa di Po–

longhera dama delle du cali infanti.

La medesima contessa diede pure addì

16

dicembre del

16

36 (9)

un ostenso rio g ra nde d 'argento del peso di

120

oncie e del val sente d(

66 doppie di Spagn a, cesellato nel piede all'arma della donatri ce ed a

molte figure e con Cristo risorto sulla cop pa . Dono suo era no pure du e

cande lieri d 'arg ent o del peso di

12

libbre fregiati del suo stemma.

L 'arcivescovo Pr ovana leg ò ' ( IO) una croce d' argento del peso di

nove libbre e finamente cese llata in og ni sua parte; Mari a El isabetta

Solaro contessa Dalpozzo di Brandizzo don ò un br accio d'arg ento pel

cereo che si accendeva all'elevazione nella messa solenne capitolare ( 1l )

ed un ign oto aveva dato prima del

165 2

un lampadario d 'argento del

peso di 8 libbre, nonchè un altro di 4 libbre destin ato all'altare della

B.

V. g ra nde ( I 2).

Si devono pure segnalare i sei cande lieri d'argento del peso di

40

libbre freg iati con lo stemma del du ca di Savoia che li ave va donati

prim a di quell'a nno, e la coro na d 'argento destinata all'a ltare di San Se–

condo da lle d ucali infanti, operata di smalt o a fogli e di verde con du e rose

bianche e du e rosse ricche di smeraldi e di rubini e con altre 4 p iù p ic–

cole circo ndate da altri pezz i che port avan o incastonati smeraldi e ru bini

di

g ran valore ( 13) .

Ne l

1700

l'alt ar maggior e fu dotato da l Capito lo di par ecchi can–

delieri d 'ar gent o del peso di

120 6

oncie

( 14) ;

ebbe dall' arcivescovo Vibò

una croce d'argento del peso di

10 0

oncie e il

18

dicembr e de l

1748

il Cap itolo stesso mandò ai fratelli Paolo Ant onio e Gio. Francesco Pe–

roletti, orafi torin esi, cesellasse ro in lamina d'argento il miracolo del Sa–

cramento seco nd o il disegn o datone dal pittore Ga lleotti, prom ettendo

loro l'ar gento occorre nte e mercede di 550 lire.

Il canonico tesoriere ' Francesco Peyron da Racconigi

( 15)

d onò

all'altar maggior e quattro statue d'argento di San Gioan ni Batti sta , Sa n Se–

condo , Sa n Massimo e Sa n

R ernigi o,

del peso di

108 l

oncie; ma

poich è

e-Ò

.