

Il Du oli/ o di T'o r
iu
o
Domeni co, ullogò a Bernardino dc Antrino ed a Bartolomeo Dc Charri
fi oren tino l'impr esa di fare di marmo la piazza e la sca la davanti alla
chiesa (57) per 250 du cati d 'oro
dci
larlflti,
a Sandrino de Johanne ;
fiorentino eg li pure, di è la fattura d 'una pila per l'acqua santa simile a
qu ella che g ià esisteva
c du e altre da murare
pr esso le porte , pro–
mettendogli 24 du cati
d'or o
dei larghi
per ca–
duna ( 58) ; e che final–
mente commise a Frau–
ceschino " Ga verna da
Casa l Monferrato , abi–
tante in Pinerolo, cinque
porte di rovere e di noce
foderate e incorni ciate di
noce, salde quattro dita
la maggiore e tr e le
altre ( 59) .
Si ig nora
invece
da
chi siano stati lavorati
g li stipiti delle tr e porte
della fronte che rip ro–
du cono con poca di ver–
sit à
qu elli de lla porta di
Santa Maria Novella di
F irenz e. Ma non an–
eh-ebb e forse lungi dal
vero chi volesse att ri–
buirl i all' Antrino, o al
De Cha rri , od a qu al–
cuno deg li scalpellini ve–
nuti coll' Antrino da F i-
Porta minore della freme del Duomo.
rcn zc a T orin o nel r49 r ;
se pure non ne fu autore
lo stesso Amedeo da Settig na no, come quegli che isi chiarì peritissimo
scultore nella porta di Sa nt' Ag ostino in Carmagnola affida tag li da l padr e
Gabriele Buccio nel lugl io del I.1-96, e compiuta il 27 di.agosto di quel
medesimo anno ( 6o) .
Il duomo fu consec rato . mentre il vescovo Gioan ni Ludovico Dellu
Rovere abitava in Roma quale governato re dci Cas tel Sa nt' An g elo, da
Baldassarre Bernezzo arcivescovo di Laudicea addì 20 di sette mbre
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