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suo auditore ed a Lu ca Dulci suo famigliare di ric
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il conto. Pre–
posto dal Capitolo a pagare gli imprenditori fu il canonico ,ioanni Bec–
cuti che era stato pievano di San r onzi o di Dr onero
( 20 ).
Si comin ciò dun qu e dall o atte rrare la chiesa di San to alva tore, ser–
bando il San Gioanni alle necessità del culto; ' pare che l'opera di
di struzione fosse già avviata sul finire del
.1490
( 2 l ), Il
19
di mag gio
d el
1491
il Capitolo tenn e l'ultima sua adun anz a nel vecchio duomo, se–
d en do presso all'a lta re di San Sebastiano nel San Gioanni, il che indu ce
a credere che av esse già dov uto abbandonare la sua sede ordinaria del
Santo Sa lva to re
( 22) .
Ed in tale avvi so ci conduce altr 'sì il tr ovare che
prima del 4 g iug no
1491
rovin ò, o fu atterrato, il vecchio campanile
che stava fra . il Sa n Gioanni cd il Santo Salvato re, nella qual rovina fu
tra volto ' ed ucciso'
llll
certo F rasche, alla vedova del quale la Duchessa
Bianca fe' dare aiuto di un fiori no
( 23) '
l~
poi cosa certa che il
24
di maggio l'atterrament o del Santo S
11–
vator e doveva essere g ià in buona parte compiuto, poichè in 'luci g iorno
si
diè
prin cipio a riedificarl o
( 24) ;
il
22
cii luglio il canonico Gioanni
Gromis av eva g ià sborsat o pel Car din ale
1093
du cati
( 25) ,
cd in qu el
g i orno st esso la Duchessa Bianca di Savoia poneva la prima pietr a
fondamentale della chiesa offrendo all'uopo , come era antica consuetudine
del sovrano, dieci fiorini
( 26) .
F rattanto il cardinal Domenico aveva già da Roma pr esi acco rd i
con otto scultor i fiorent ini, e fra ess i con Bernardino dc Antrino
scalpel–
lino,
i quali, partiti da F irenze 1'8 di maggio con un mulo dato loro da l
Cardinale pel trasporto del bagaglio, era no g iunti a Torino dieci giorni ( 27)
d op o. Cost oro, recati si prima del 4 se ttembre a Saluzz o e pa rticolarmente
ad Osasco per cerca rvi conci oppo rtuni, avevano poi preferito le cave di
Bussolino in Val di Susa g ià tenta te il
l '
magg io da altri scalpellini, e
nel novembre Bernardino de Antrino continuava an cora ad estrarne conci
fino a tutto il
1493 ( 28) .
Pare che con essi, o poco dopo di loro, fosse pure venuto il fioren–
t ino ed arc hitetto Amed eo del Caprina da Sett ignano, detto volga rmente
Mastro Meo ; poiché si legge che il
2
di novembre del
1491
partì da
T orino alla volta di Rom a per trat tar e col cardi nale Domen ico della fab–
brica del du omo
( 29) .
Tei magg io du nque si aveva g ià posto mano a riedificare, si ave–
vano perciò pr epar at i in gran parte i disegni e qu elli in particolar modo
che rigu ard avan o alla pianta della chiesa sotte rranea o cripta, e g ià si
a vevan o le misur e e le forme dei con ci che si astraevan o. Se poi ciò
tutto seguisse su disegno di maestro Amedeo o di altri, dira ssi in seguito ,
Il
13
dicemb re maestro Bern ardino de Antrino, asse nte Amedeo
(~a
S ettign an o, av eva già an che finito di atte rra re le navi della chiesa di
S nnta Mar ia aiuta ndosi dell'opera di ma tra Fran cesco da Chivasso e di
a ltri compagni di costu i
( 30) ;
e fu pure pagat o d i quanto ave va speso
n elle cave di Bussoleno dal l o di novembre al
24
dicembre.