

copre
il
nudo dl Diana ... questo è quan–
to mi occorre in fretta con grave pena
e dispiacere indicibile doverle dar tri –
ste novella.. .
».
Così si esprime Ludovico
Bo assistente ai lavori dal 1754 indiriz–
zandosi a:l Commendator Ceaglio.
E già nel 1766 si dà incarico del rifa–
cimento, nella sommità della volta del
Salone, della figura di Diana al pittore
Alessandro Trono .
Di particolare interesse aneddotico si ri–
velano le cure per la copertura del salo–
ne, seguite dal re Carlo Emanuele
III
con particolare sollecitudine, che ricor–
da in breve le gustose pagine del mar–
chese di Saint-Simon sull'attenzione che
poneva all'architettura Luigi XIV di
Francia. «E dopo la caccia mi fece dire
che sarebbe portatosi a visitare il Pie–
distallo del finimento del coperto del
Regio Salone, quale si portò a vedere,
e gli piace niente del tutto e per ragio–
ni addotte da Mr. Martinez, Mr. Ladata,
niente potè risolverlo a determinarsi, che
vadi bene, ancora at tende in pittura il
modello del Cervo e Cani ed Ornamen–
ti da porsi lateralmente al detto piedi–
stallo al più presto, per vedere se può
stare o non...
».
Ma insieme agli aneddoti interessanti e
curiosi,
il
volume offre ancora, e proprio
per la parte più strettamente scientifica,
materia di riflessione.
Un documento, che sembrerebbe sopire
ogni dubbio ma che probabilmente man–
terrà un sottile problema di at tribuzio–
ne, ci rivela che l'affresco della Sala
degli Scudieri e dell'Anticappella, già
dal Fiocco rivendicato al Crosato, è opera
di Gerolamo Mengozzi Colonna, pittore
A destra:
stipo scrivania e libreria
a base concava semilunata,
mobile tra
i
più celebrati del '700,
opera di Giuseppe Maria Bonzanigo. -
Orologio tipo Boulle
con ricche applicazioni in bronzo cesellato,
Luigi XV
62
In alto:
tavolo console
di magnifica architettura
e prezioso intaglio. -
Sedia di legno intagliato,
dorato e laccato;
pregevole l'ornato
delle gambe e dei braccioli. -
Sgabello del tipo a tenaglia,
in legno
splendidamente intagliato
a grandiosi ornati rococò
noto nella cerchia del Tiepolo con cui
ebbe a collaborare in varie occasioni (la
più nota di queste fu la decorazione di
Palazzo Labia a Venezia nel 1743).
Un'altra delle sorprese che ci sono ri–
servate dal prestigioso volume è la do·
cumentazione dell'opera di Giovanni
Battista Bernero per le statue di Ata–
lanta e Meleagro, eseguite ne! 1769 per
lo scalone dell'atrio di Levante, e di
Orione (Atteone) e Diana, eseguite nel
1771 per lo scalone deH'atrio ddl'ap–
partamento di S.A.R. , statue fino ad
oggi date ai fratelli Ignazio e Fitlippo
Collino.
Mentre ci è giocoforza rimandare allibro
per quanto riguarda
il
lunghissimo elen–
co dei pittori, dai più celebri ai più
modesti frescanti e decoratori, che suc–
cedendosi o ahernandosi . per tutto
il
secolo fecero di Stupinigi
'10
scrigno
deHa loro vicenda operosa, ricordiamo
soltanto, per quanto riguarda l'arreda–
mento,
il
lavoro continuo, legato agli
architetti, che svolsero con i loro ateliers
Luigi Prinotto, Pietro Pilletti e Giu
seppe Bonzanigo, di cui la Palazzina con
serva gelosamente molti fra i capolavor o
eseguiti.
In questo senso segue l'attento itine–
rario preparato da Noemi Gabrielli, che
illumina la vicenda prima esposta attra–
verso la successione degli arredamenti
che testimoniano tanto la fedeltà della
conservazione degli ambienti quanto
l'a ttenzione della loro ricostruzione. Se–
guono per tutti gli artisti le limpide sche–
de biografiche redatte da Luciano Tam–
burini sul materiale di una bibliografia
ormai sterminata e ancora
il
gruppo com–
patto delle tavole, alla cui ricchezza, per
numero e per scelta, fa riscontro la ric–
chezza di dettaglio delle didascalie.
Così in una cornice amena per la trat–
tazione del soggetto e per la leggerezza
estrosa della nuova veste tipografica si
inserisce, in modo quasi inavvertito, il
valore e la profondità di uno dei migliori
studi contemporanei su un complesso
storico e artistico di prima grandezza.
Aldo Passoni