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Bestia primordiale

-

1962

Fiordo

-

1967

Finnmark

-

1965

(Senza titolo)

-

1962

d'una costanza morsa anche da turbamenti ma per

ripresentarsi sempre in aspetto di imperturbabilità ;

e sotto l'obbligo d'una dedizione senza concessioni

affettive, la pittura della Bergman vive tra le sue luci

e le sue ombre che nascono da una profondamente

esperita e sofferta condizione umana, ma d'ogni ansia

o dubbio vuoI cancellare la traccia che scopra vicina

l'umanità di sensi dell'autrice . Un mondo ,

il

suo, in

cui anche

il

più spaventevole vuoto è riempito con

mano ferma e tranquilla , se mai - e uso di nuovo

il termine - «romanticamente» nascondendo un

trasalimento e un palpito di fronte all'ignoto con la

propria consistenza e il sentir questa come parte d'un

tutto, tremendamente distaccato, lontanissimo. inu–

mano ma che ha un eco nel piccolo vuoto dentro

l'uomo, dentro alla donna fragile che è la Bergman;

e tra i due si stabilisce un rapporto: di due vite mi–

steriose, una minima, una immensa, entrambe sospese

ad un medesimo interrogativo, condizionate ad una

stessa vicenda dove spazio e non spazio, tempo e non

tempo, vita e morte sono qualità diverse ed equiva–

lenti d'un solo mistero.

.

Luigi Mallè

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