

I
dipinti
dello HerglHon hanno un aspetto
aspro e chiuso, che non concedono
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attrattive
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IndifFerenti o, sostegno di co.·.·entl e 1H0de.
Pitturo do po.·tor dent.·o
ogni giorno
cOlHe uno epe.·'en%o
In 'ento e ,toto'e svl'uppo
Alla Galleria Civica d'arte moderna si è aperta il 24
maggio (con durata fino al 9 luglio 1967), come ulti–
ma manifestazione della stagione prima della ripresa
autunnale - mentre rimane aperta fino a tutto set–
tembre la prima rassegna del Museo Sperimentale
d'arte contemporanea della Città di Torino - la
mostra della pittrice Anna Eva Bergman, oriunda nor–
vegese, da molti anni stabilita a Parigi ove lavora.
La mostra, posta sotto l'alto patronato dell'« Asso–
ciation française d'action artistique» e di Sua Eccel–
lenza l'Ambasciatore di Francia a Roma, raduna una
novantina di opere della pittrice: tele, guazzi, tecni–
che miste, disegni dal 1947 al 1967, presentandone
quindi ampiamente lo sviluppo nel corso della sua
produzione successiva al periodo figurativo che essa
trattò essenzialmente tra il 1931 e il 1939 quando,
per particolari ragioni di salute, dovette per qualche
anno tralasciare ogni attività. Moglie di Hans Hartung
ma singolarmente indipendente da qualsiasi sugge–
stione dell'arte del marito - saJvo forse uno o due
accenni ad una pittura « di gesto» nel 1960, imme·
diatamente lasciati cadere con sottile spirito di auto-
Il grande granchio
-
1957
critica - la Bergman che tenne la prima mostra per–
sonale astratta nella GaHeria « Unge Kunstneres Sam–
funn» di OsIo nel 1950, da allora ha avuto i più
ampi riconoscimenti in Francia ove vive, in tutta
Europa e in America, presentandosi in non meno
di ottanta mostre di gruppo o mostre personali nelle
principali gallerie d'arte di Francia, Inghilterra, Ger–
mania, Spagna, Stati Uniti, America Latina, Israele,
con parecchie comparse anche in Musei, ad Hannover,
Lille, Nantes, Cincinnati (Ohio), Minneapolis, Kassel ,
Norimberga, Skopje, Belgrado, Saint Paul de Vence,
Tel Aviv. Numerose anche le sue partecipazioni a
mostre di arte grafica.
Tuttavia Anna Eva Bergman rimane fin'ora, per
il
pubblico italiano, un nome che ancora non provoca
attorno a sè, immediato, il moto di riconoscimento
famIliare d'una personalità e d'un linguaggio. Poche
infatti le sue comparse a mostre in Italia, tra cui la
presenza alla quinta edizione di « Pittori d'oggi Fran–
cia-Italia » a Torino - tutte mostre di gruppo dove ,
ura nomi di conoscenza diffusa e opere più facili a
imporsi a un primo contatto, i suoi dipinti - poche
Sepolcro
-
19
unità ogni volta - con il loro aspetto aspro e chiu·
so, la non concessione ad attrattive esteriori, l'indif·
ferenza al sostegno di correnti e mode, si mettevano
da se stessi in ombra, salvo a destare qualche amo
mirata attenzione per
il
rigore d'impaginatura, la
sapiente tenuta pittorica, l'insolita severità morale,
magari la singolare impronta
di
dura virilità che era
però una lama a doppio taglio, volta a sfreddare
qualche simpatia ingannando con l'apparenza
di
un
carattere troppo ragionativo o troppo calcolatore, in
sprezzo d 'una proclive partecipazione umana.
Ma anche fuori d'Italia, dove la Bergman ha esposto
di più e con grande frequenza, la sua pittura non dif·
ficile ma non agevole d'acchito, non scostante ma ri–
fiutante ogni lusinga, non ha mai fatto «colpo »;
è
invece scesa lentamente, fondando una salda con–
vinzione, in chi a quella pittura s'è accostato con ani–
mo spoglio come quello dell'artista che l'ha realiz–
zata, ma al tempo stesso con animo desto ad una fit–
ta partitura di modulazioni interiori che la Bergman
di volta in volta ha colto attraverso un'auscultazione
solitaria, vivendo fino al nocciolo emozioni e isolan