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degli etrusehi

Un esperimento per allargare ad un pubblico

sempre più vasto i risultati di una ricerca scientifica

e per trasformare in autentica cultura

il risultato di un rigoroso discorso storico

tazione di oggetti orientali (ciprioti, si–

riaci, fenici, urartei ecc.) si attua una

produzione locale al repertorio di questi

ispirata, e realizzata spesso con felici

sintesi decorative. Ce lo provano i due

grandiosi trovamenti della Tomba del

Carro di Bronzo di Vulci e della Tomba

di Trevignano. La prima, databile nel

secondo venticinquennio del VII secolo,

comprende l'interessantissimo carro ri–

vestito da lamine bronzee sbalzate dove

un ricco repertorio di motivi orientali

viene svolto in nuove formule di deco–

razione, insieme con numerosissimi al–

tri oggetti in bronzo e vasi. La seconda,

degli inizi del VI secolo, conteneva un

corredo di circa 200 pezzi, bronzi, buc–

cheri e terrecotte, tra cui spiccano le

due grandi anfore a corpo ovoidale opera

indubbiamente di un artista etrusco che

ha personalmente rielaborato un reper–

torio di origine greco-orientale.

Antefissa a testa di Sileno,

proveniente dagli scavi di Pyrgi,

uno dei centri più importanti

delle nuove ricerche nell'area etrusca

Più recente la Tomba della Panatenaica

di Vulci, dove numerose deposizioni si

succedono nel corso del VI secolo e la

cui denominazione

Sol

deve alla splendida

anfora del tipo

di

quelle che Atene of–

friva ai vincitori dei giochi, e che deve

essere datata intorno al 530 a.c. Il ric–

chissimo corredo comprende soprattutto

buccheri, vasi corinzi ed etrusco-corinzi

che ci offrono una singolare documenta–

zione delle importazioni greche in Etru–

ria in età arcaica.

La fama delle scuole scultoree vulcenti

sembra confermata dallo splendido leone

gradiente di Ischia di Castro e dalla

protome leonina di un basamento di

tempio della stessa provenienza, in cui

una esuberante forza plastica dà aspetto

originale a formulazioni stilistiche del–

l'arcaismo internazionale.

Uno dei centri più notevoli di nuove

ricerche nell'area etrusca è indubbia–

mente costituito da Pyrgi dove non solo

è

stata messa in luce un'area sacra che

comprende l'uno accanto all'altro un

tempio di tipo greco con peristasi ed uno

di tipo etrusco su podio, ma anche sono

state scoperte le famose lamine auree

iscritte con dedica in etrusco e in ara–

maico; queste non solo costituiscono un

importante documento di carattere lin–

guistico ed

ermeneu~ico

ma anche una

preziosa testimonianza storica. Il dedi-

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