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Mediatore tra l'annosa tradizione musicale italiana e i valori dell'arte contemporanea - La sua opera di

mediazione non era a senso unico: accanto all'importazione di moderni valori artistici europei agiva in

lui la passione di ricollegarsi alle dimenticate origini nazionali del sinfonismo e del sonatismo - Irrequie–

te trasformazioni del gusto europeo e nuova dimensione conferita dalla musica russa - Approfondimento

della musica fino alla dissoluzione tonale - Crisi del melodramma ottocentesco - Musica profondamente,

intimamente torinese, musica nutrita d'altra musica - Due principi "duoi humori" l'allegro e il pensieroso,

la commedia e il tragico, la vita e la morte - Valore storico della sua presenza nella musica italiana

Sono vent'anni che Alfredo Casella moriva a Roma,

5 marzo

1947,

lasciando una profonda scia di rim–

pianto per le sue qualità artistiche e morali. Sua na–

turale funzione fu quella di mediatore tra l'annosa

tradizione musicale italiana

-

di ,cui ammirava con

entusiasmo l'impareggiabile ricchezza

-

e i valori

dell'arte contemporanea. Questa funzione egli svolse

non soltanto con l'opera di compositore, ma con l'in–

faticabile attività di pianista, d'insegnante, di diret–

tore d'orchestra, di scrittore, d'organizzatore musi–

cale, e perfino di musicologo, editore e commentatore

di classici.

La sua azione di ricupero su ,due fronti artistici -

aggiornamento moderno e riallacciamento alla tradi–

zione strumentale pre-ottocentesca

-

lo pone al cen–

tro di quella trasformazione della musica italiana che

consente oggi ad alcuni nostri compositori d'essere

schierati nelle prime file dell'avanguardia musicale.

Si suol dire che l'arte di Casella incarna la reazione

alla

tradizio.ne

melodrammatica ottocentesca; e in

verità egli non si astenne da atteggiamenti polemici

che provocarono il dissenso, spesso l'aperta ostilità di

chi avrebbe voluto perpetuare quella tradizione al di

là dei suoi naturali limiti storici. Sarà più esatto dire

che! l'arte di Casella sorse nel periodo in cui quella

gloriosa tradizione agonizzava irrimediabilmente, ed

egli

-

che adorava Rossini, Bellini, Donizetti e

Verdi

-

non fece che riconoscere un dato di fatto e

trarne le conseguenze.

Ricchi fermenti locali

In un certo senso si potrebbe affermare che quell'ope–

ra di adeguamento e aggiornamento della musica ita–

liana che Busoni svolse nei co.nfronti della tradizione

strumentale tedesca, Casella la estese nei riguardi di

tutti gli altri settori della musica europea d el Nove–

cento: in particolare di quelle irrequiete trasforma–

zioni del gusto che ebbero luogo a Parigi nei primi

decenni del secolo, innestandosi nei ricchi fermenti

locali la nuova dimensione conferita alla musica dal–

l'intervento della Russia e degli altri paesi slavi. I n–

torno alla prima guerra mondiale Casella ebbe anche

46

un periodo di accostamento alle complicazioni atonali

della scuola viennese, ed ispessì la trama armonica

delle sue composizioni, fino a proporsi l'esaurimento

del totale cromatico in una specie d'accordo panto–

naIe di

12

suoni nella

Notte di maggio

e).

Ma già in–

tuiva e veniva cercandosi un'altra strada: quella della

restaurazione del contrappunto in seno alla tonalità,

invece che quella dell'approfondimento. dell'armonia

fino. alla dissoluzione tonale. Quando nella musica

contemporanea si aprì il bivio Schonberg-Strawinsky,

Casella non dubitò ad imboccare la seconda via, e si

foggiò quella sua personale concezione dell'estetica

neoclassica, a carattere volutamente italiano e «me–

diterraneo

»,

che si fonda su un triangolo di cui Bach

è un vertice, e Scarlatti e Rossini gli altri due.

Fatto segno in vita a grossolane accuse d'esterofilia,

Casella comincia oggi ad essere tacciato di nazionali–

smo. Sono accuse che

prenJo.no

in considerazione sol–

tanto una delle due direttrici su cui si muoveva la

sua arte. E non si vuoI negare che molta della sua

abbondante produzione vi presti il fianco . Fu detto di

lui che nessuno ha tanto aiutato i compositori del

proprio paese

Cl

trovare uno stile moderno, e faticato

a farsene uno proprio. Nella multiforme attività arti–

stica di Casella c'era davvero una vocazione speri–

mentale che giungeva ai limiti dell'abnegazione. N es·

suno ha fatto tante prove, tanti tentativi in ogni

direzione, non per sè solo, ma in cerca d'uno sbocco

per la musica italiana, dove entrava irrimediabilmente

in crisi la gloriosa tradizione del melo.dramma otto–

centesco.

La sua opera di mediazione non era a senso unico:

accanto all'importazione dei moderni valori artistici

europei, agiva in lui la passione di ricollegarsi alle

dimenticate origini nazionali del sinfonismo e del

sonatismo. Vivaldi e Monteverdi devono anche a

Casella ['inizio

d~lle

loro attuali fortune. Ma nel corso

dei suoi molteplici esperimenti artistici poteva acca–

dere che l'una o l'altra delle due tendenze prevalesse

indebitamente, e il risultato correva

aUo.ra

opposti

rischi estetici: la modernità poteva scadere al livello

di quel fenomeno dispersivo che è la moda, il senso

della tradizione barocca poteva sfigurarsi in una re–

torica nazionalistica, affine a quella che esercitava il

proprio peso nell'architettura di Piacentini

o.

in certa

pittura di Sironi.

Alfredo Casella in una fatagrafia del 1936.

All'arientamenta ed alla farmaziane del sua

gusta musicale cantribuirana natevalmente

le impressiani del manda in cui trascarse

la prima adalescenza, in particalare di Ta–

rino. La sua musica, tragica e sentimenta–

le,

è

prafandamente, intimamente tarinese