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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA
è di origine fluvio-lacustre, ed in alcuni luoghi fuori del territorio
provinciale torinese, è ricca di ossami di mammiferi; noi siamo d’o
pinione che convenga piuttosto classificarla tra i terreni
neozoici
o
quaternarii
per ragioni che esporremo in seguito. Succedono inferior
mente le sabbie dell’
astiano (pliocene marino superiore)
nelle prime
e modeste elevazioni tra Chieri ed Andezeno; sono sabbie gialle o giallo
rossastre, a grana variabile, ove più ove meno sgranabili, talvolta consoli
date per cementazione posteriore, in lastre di durezza e resistenza rag
guardevole, che sono adoperate come materiale da costruzione.
Queste sabbie, le quali per noi rappresenterebbero il piano ultimo
del
pliocene,
si addossano a marne azzurrognole o grigiastre di fina tes
situra, con fossili marini, che costituiscono il
pliocene marino inferiore
o piacentino;
esse sono qui non grandemente sviluppate, ma pure per
fettamente rappresentate, e si scorgono in ispecie nelle incisioni assai
profonde originate dai torrentelli che scendono a Sud e Sud Ovest dalle
più elevate colline.
Il
Sacco nella sua carta geologica dei colli torinesi fa comparire una
sottile striscia di marne schistose a fina grana, giallognole chiare che
più ad oriente ingloberebbero le lenti gessose, e calcari grigiastri; noi
non abbiamo motivo per non ammettere l’esistenza al disotto delle ar
gille del
piacentino
di questa zona assai ridotta e salente a Nord di
marne rispondenti al
messiniano,
formazione di acqua dolce per lo più
sbalestrata dal
pliocene inferiore
al
miocene superiore
a seconda dei
diversi geologi.
Sotto a questo marne
messiniane
comparirebbe in massa enorme la
formazione
miocenica,
divisibile ne’ suoi tre piani dall’ alto al basso,
tortoniano, elveziano
e
langhiano.
Il
tortoniano
sarebbe rappresentato
ancora da marne cenerognole chiare e non riesce tanto agevole senza la
scorta dei criterii paleontologici sceverare queste marne dalle precedenti;
fortunatamente i fossili delle colline torinesi furono ricercati con cura
e studiati scrupolosamente da tempo e per opera di molti geologi e
paleontologi, per modo che possiamo ritenere che colla scorta del loro
esame, a difetto di distintive petrografiche, la determinazione cronologica
di questi terreni sia attendibile come la vera. Le marne del
tortoniano
non sono molto sviluppate sul percorso della sezione e cessano prima di
giungere a Montaldo Torinese. Di mano in mano che passiamo da ter
reni più giovani a terreni più antichi la inclinazione a Sud si fa sempre
più forte.
Subentra un potente sviluppo del piano
elveziano;
questo piano è co
stituito da ripetute alternanze di marne grige, cenerognole, in certi
tratti indurite e lapidificate, con sabbie o molasse ad elementi svariati,