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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA
che si vuole probabilmente rappresentante il
piacentino,
inclinante for
temente a Nord Nord Ovest. È dubbio però se tra questo lembo e
Yel-
veziano
si abbia realmente completa lacuna o deficienza del piano
mes-
siniano.
Stante la natura più o meno, ma sempre assai erodibile dei terreni
menzionati, i tratti orografici delle colline torinesi, più che dall’assetto
stratigrafico delle formazioni, dipendono dalla denudazione e dall’erosione
esercitatesi in ampia scala sulle marne, sabbie ed altre forme petro-
grafiche rappresentate ; qualcuna di queste più delle altre resistente può
avere dato origine a rilievi più accentuati, come sarebbero i calcari e
più specialmente i conglomerati; si hanno esempii di balze, cocuzzoli
formati appunto da tali rocce.
In genere però le vailette sono versanti a Sud ed a Nord, cioè nor
malmente allo andamento dei terreni, quindi di erosione. I terreni
ce-
nozoici
non sono i soli rappresentati nella collina di Torino; noi in
contriamo ancora incastrati nell’alto delle vallette e disposti sui piccoli
clinali dei lembi assai potenti di
loess
giallastro o giallo rossastro; di
questo come di altri accumuli
postpliocenici,
ma di origine torrenziale,
ci occuperemo trattando delle formazioni
neozoiche
o
quaternarie.
Prima di abbandonare però la collina di Torino e l’argomento del
cenozoico
sarebbe opportuno discorrere della origine dei ciottoli che en
trano nella formazione dei conglomerati. Il Gastaldi si è occupato di
tale questione, se ne sono occupati altri geologi, tra i quali il Mazzuoli
ed il Portis; non ci pare che gli studii eseguiti in proposito siano diggià
al punto da poter dare una spiegazione convincente e sicura dell’origine
di tali elementi ciottolosi. Noi propendiamo verso la spiegazione datane
dal Gastaldi, che cioè tali elementi provengano e dalla cerchia alpina e
forse anche in piccola parte dalla catena appenninica; giacché non solo noi
troviamo in essi conglomerati rappresentate tutte le rocce, specialmente
alpine, ma ancora le troviamo distribuite nei conglomerati con una certa
corrispondenza topografica, cioè le forme petrografiche di una data re
gione alpina si trovano preferibilmente far parte dei conglomerati nel
tratto collinesco prospiciente più da vicino quella determinata regione
alpina. Ci pare però discutibile la provenienza appenninica di alcuni fra
quelli elementi, quantunque non la neghiamo in modo assoluto; le serpen
tine, che in grande abbondanza figurano in quei conglomerati, sono serpen
tine alpine più che appenniniche e nei conglomerati
elveziani
noi le tro
viamo accompagnate da quelle istesse rocce che le accompagnano nelle
Alpi e che mancano nell’Appennino, ad esempio, gneiss, micaschisti,
dioriti a grossa grana, gneiss
centrale,
ecc. In due lavori pubblicati dal
Portis, questo geologo enumera i materiali diversi che si incontrano in