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laterale

discende ancora di qualche chilometro a Sud Est; così pure

mentre la

frontale

si individualizza a Mazzè, la

laterale destra

scende

ancora di un tratto a Sud Est; questo possiamo spiegare ammettendo

che nel periodo di massimo sviluppo glaciale sulla fronte del ghiacciaio

le acque di fusione fossero così abbondanti da trascinare lungi sotto

forma di

alluvioni glaciali

i materiali

morenici,

d’altronde meno abbon­

danti durante il massimo di potenza del fenomeno glaciale, attesoché, più

potente il manto glaciale, minori rilievi da esso emergevano. Ed il con­

tingente doveva essere grandissimo delle

alluvioni glaciali

partenti da

questa immane massa glaciale in condizione di rapidissima fusione, com­

pensata questa da rapidissima sostituzione di altre masse glaciali; la

rapidità di discesa dei ghiacciai d’allora doveva essere molto maggiore

che non nei ghiacciai d’oggidì, essendo essa in ragione della massa spin­

gente da tergo.

Già osservammo come gli archi frontali siano tre: maggiore l’occi­

dentale teso tra Visehe-Mazzè a Borgomasino internamente; poi uno

molto minore mediano Cossano-Avella-Becco della Guerza ; e l’orien­

tale Cascina Gorlassa-Cascina Comuna-Roppolo. Ciò indica che il ghiac­

ciaio si divideva in tre lacinie di ineguale importanza, come avviene

anche oggidì per alcuni ghiacciai, ad esempio quello del Miage. Dob­

biamo ricercarne la ragione nella diga dioritica già nominata. La

maggiore massa glaciale era da essa deviata a Sud, come osservammo,

e passava rispondentemente al solco largo 2 chilometri tra le due stri-

scie rocciose, estendendosi superiormente ben di più ricoprendo le rocce.

A questa maggior porzione risponde l’arco frontale occidentale. Una pic­

cola parte della massa s’incanalava tra il rilievo di Salerano, scavalcava

quello di Banchette e passava presso a poco nel solco attuale della

Baltea, ben inteso senza staccarsi dalle masse laterali, e formava alla

terminazione la lacinia intermedia. Una parte della massa scavalcava la

diga nella parte sua più elevata e diretta a Sud Est, rispondeva al terzo

ed orientale arco frontale. Le masse, ripetiamo, rimanevano però in rap­

porto intimo laterale le une colle altre; ma col diminuire della mole

glaciale le masse riuscirono a separarsi, almeno nelle loro terminazioni,

e così si costituirono nei solchi interposti quelle

morene

speciali che

noi abbiamo da tempo chiamate

incidenti,

da non confondersi come si

fa colle

mediane ;

esse partono da valle e non da monte e sono dovute

allo accumularsi dei materiali

morenici

nei solchi tra lacinia e lacinia

terminale; e sono nel caso nostro le

morene

coll’apice a Tina e ad Albiano.

Nel ritirarsi del ghiacciaio prime ad indietreggiare furono queste la­

cinie e giunte che furono ad Albiano ed a Tina si ebbe allora un’unica

fronte di ghiacciaio che ivi appunto subì un periodo di arresto nel ri­

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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