Table of Contents Table of Contents
Previous Page  391 / 762 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 391 / 762 Next Page
Page Background

toltene però le sabbie

glaciali

, vere

alluvioni glaciali, intramoreniche,

che il ghiacciaio nel suo ritiro appena iniziato abbandonò nella curva

interna, e che per conseguenza rappresentano parte delle formazioni

glaciali.

Le

alluvioni postglaciali

ghiaiose, sabbiose, melmose, fine, fu­

rono distribuite quando già il ghiacciaio erasi ritirato entro valle; esse

hanno ricolmato una quantità di bacini lacustri rimasti e poco profondi,

meno delle conche di Candia e Yiverone, le quali d’altronde devono

essersi in allora e posteriormente molto ridotte. Analoghe

alluvioni

pos­

sono aver ricolmato e ristretto bacini lacustri più verso monte. La Dora

in seguito ha inciso anche queste

alluvioni

col suo alveo lasciando

al­

luvioni

più recenti, così pure la Chiusella nel suo corso

intramorenico.

Qui si presenta la questione della uscita della Dora dall’anfiteatro

morenico.

Si volle da taluno che questa uscita si verificasse corrispon­

dentemente al Lago Viverone nella regione chiamata di Dora Morta;

non sapremmo quale sia la vera ragione di tale appellativo; ma sta il

fatto che l’altimetria è perfettamente contraria a tale ipotesi; infatti il

lago di Viverone ha il suo specchio a metri 230 sul livello marino, ed

in tempi di maggiore ampiezza si elevava fino a 239 metri nella re­

gione Loggia, seno allungato all’Ovest occupato oggidì da

alluvioni

postglaciali

, formate da un piccolo rio, e da una torbiera. Dalla regione

Loggia la più bassa linea di uscita allo esterno della

morena

giunge

a 294 metri al Sapel da Mur e l’esterno lembo

morenico

a Trompei

è a 280 metri. La

morena

è intatta in modo assoluto; ove il lago avesse

ricevuto la Dora, e questa colà fosse uscita allo esterno bisognerebbe

ammettere un ristagno ed elevazione di acque entro il bacino da 239

a 294 metri, cioè di 55 metri; una grandissima parte del bacino

mo­

renico

sarebbe stata inondata, e si avrebbe avuto un amplissimo lago

che certamente avrebbe lasciato dei sedimenti lacustri ben altrimenti

vistosi di quello che realmente lo siano ed a tratti limitati entro il

bacino. In tal caso piuttosto la Dora sarebbe uscita allo esterno per il

lago di Candia, per la depressione della Motta, che non si eleva che di

276 metri sul livello marino. Ma un argomento per ammettere anti­

chissimo

preglaciale

l’attuale sbocco della Dora ce lo fornisce il Bruno;

nella stretta sotto a Mazze non è solo il

morenico

intaccato, ma lo sono

pure, ed in modo speciale, il

diluvium recente

ed il

diluvium antico,

amendue erosi in terrazza lateralmente al corso attuale della Dora;

dunque fino dal finire della prima fase

quaternaria

, cioè formazione del

diluvium antico,

la Dora scelse quella via, erose il

diluvium antico

e lo

ricoprì col

diluvium recente

, questo erose e ricoprì nell’alveo di

allu­

vione postglaciale,

che erose ancora ricoprendola di

alluvioni recenti

rispondentemente all’alveo. In qualunque altro punto essa si fosse aperto

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

3(37