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Coni di deiezione di Pollein, Tarensan, Oomboé, Viséran, Gressan,

suscettibili di variazioni;

Cono di deiezione di Quart, in via di formazione ;

Cono di deiezione del Buthier, fisso;

Cono di deiezione della Grand Eiva ad Aymavilles, fisso ;

Coni di deiezione di Cleurent, Clusella, suscettibili di qualche

variante ;

Cono di deiezione di Yilleneuve, piccolo e stabile;

Cono di deiezione di Morgex, stabile in alto, suscettibile di varianti

in basso;

Cono di deiezione della Dora di Ferret, suscettibile di varianti ;

Cono di deiezione della Dora di Veni poco accentuato, variabile;

Cono di deiezione di Dolonne, fisso;

Coni di deiezione diversi in vai Ferret e vai Veni, variabilissimi;

Nelle valli tributarie abbiamo numerosissimi coni di deiezione, di

poca importanza, o, se si vuole, di relativa importanza ma tutta locale.

Le

morene recenti

sono numerosissime, come numerosi sono i ghiacciai

della valle; più importanti quelle costrutte da ghiacciai sboccanti da

bacini originarii e sbarranti la valle in cui detti bacini affluiscono, in-

canalantisi in essa, e formanti sbarramenti glaciali, capaci di arrestare

le acque in bacini lacustri; citiamo i ghiacciai di M. Dolent e di Triolet

nella valle Ferret, quelli della Brenwa e del Miage nella vai Veni. Di

questi due più vistosi per i conseguenti fenomeni di sbocco e devia­

zione esistono studii speciali, per quello della Brewna del geometra Ma­

rengo fatto sotto nostra direzione e consegnato nel Bollettino del Club

Alpino Italiano, volume 45°, per il ghiacciaio del Miage esiste una no­

stra monografia pubblicata nelle memorie della Beale Accademia delle

Scienze di Torino nel 1880; lo studio delle

morene

costrutte da questi

ghiacciai ancora a carattere invadente si connette con quello delle oscil­

lazioni glaciali storiche, giacché qui siamo appunto nel passaggio dai

tempi geologici ai tempi storici, e su tale argomento esiste un lavoro

del Virgilio nel Bollettino del Club Alpino Italiano, volume 50°. Cite­

remo ancora le

morene

abbandonate in periodi di maggior sviluppo, re­

lativamente

recenti

, dal ghiacciaio del Rutor, e dai ghiacciai scendenti

dal versante Nord del gruppo del Gran Paradiso in Valnontey, verso

Cogne, sul quale argomento abbiamo pubblicati articoli nel Bollettino

del Club Alpino Italiano coi titoli

Per rupi e ghiacci,

volume 24°, ed

I l lago del Rutor,

volume 41°.

Le frane ed i

clappeys

rappresentano ancora formazioni più che

post­

glaciali, attuali

, ciò che non toglie che frane e scoscendimenti siano

avvenuti anche in tempi assai remoti. Così noi siamo condotti poco per

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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA