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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA

« tout-à-coup la nuit du jour douze septembre de l’an mil sept cent dix

« sept. Les immenses débris de cette haute montagne mêlés avec une

« quantité monstrueuse d’eau et d’énormes blocs de glace couvrirent à,

« l’instant tout le terrain de ces deux châlets, ainsi que les domiciles,

« de sorte que subitement périrent tous les hommes qui se trouvaient

« là, au nombre de sept, et cent vingts vaches. Enfin de ces deux châ-

« lets il n’en resta plus la moindre trace et il est même probable que

« les oiseaux, qui y passaient la nuit, n’auront pas pu s’échapper. Depuis

« on a vu la belle plaine où ces deux châlets étaient situés, toujours

« couverte de glace, que cela est arrivé à cause de nos péchés et qu’il

« assure ce qui précède, pour l’avoir vu de ses propres yeux ».

Si parla per questo disastro di uno scoscendimento di una « montagne

très élevée... qui s’écroula »; ma dallo esame di questo documento ri­

sulterebbe piuttosto complessa la causa di esso disastro. Da un lato

l’invasione di acqua e di massi di ghiaccio farebbe credere ad uno sfian-

camento, ad una rottura del ghiacciaio; non si tratta certamente di sem­

plice avanzamento di ghiacciaio, per ciò che questo si verificherebbe

lentamente, non con carattere cataclistico ; d ’altra parte si accenna a

franamento di montagna, ed infatti i cumuli che noi troviamo più in

basso, non hanno l ’aspetto di materiali

morenici

trascinati violentemente,

ma sì di rottami caoticamente disposti, come risultanti da uno sfacelo

di rocce e successivo precipitarsi in basso. Di tal fenomeno noi abbiamo

molti esempi nelle Alpi; non sappiamo però se sia stato preceduto il

disastro da qualche grande rovescio di acqua, oppure da qualche scossa

di terremoto. Se noi immaginiamo che il ghiacciaio di Triolet più espanso

avesse arrestato le acque di fusione di quello del M. Dolent, e si fosse

tra i due ghiacciai formato in lago, si comprende come dopo un violento

rovescio d’acqua, questo lago aumentato grandemente possa aver sfian­

cato il ghiacciaio di Triolet ed aver prodotto l’irruzione di acqua e di

massi di ghiaccio nei pascoli sottoposti. Il franamento poi della mon­

tagna potrebbe anche essere immaginario ed esserne nata l’idea dall’ac­

cumulo di grossi massi

morenici

sul posto ove esistevano i châlets, es­

serne sorta l’idea non a testimonio oculare del fenomeno, giacché tutti

i presenti perirono, ma all’estensore del documento, che si sarà proba­

bilmente portato sul sito nel giorno susseguente. I grossi frammenti di

frana, che troviamo più in basso, potrebbero anche essere risultato di

fenomeno posteriore, giacché il De Saussure ci afferma che dall’epoca del

disastro continuarono sempre i franamenti, ciò che non esige in modo

assoluto un franamento a spiegazione del disastro. Una scossa di terre­

moto potrebbe aver prodotto e la rottura del ghiacciaio e il franamento

di parte della montagna ; ma certamente una scossa di terremoto non