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PARTE III — GEOLOGIA ECONOMICA

torrente Buthier si perviene alla stazione di Aosta (m. 573) sulle allu­

vioni della Dora.

In complesso il tracciato di questa ferrovia passa per un sèguito di

condizioni or più or meno pericolose, che esigono una continua sorve­

glianza, e continui lavori di riattamento; alcuni tratti pericolosi pote­

vano evitarsi se si fosse fatta una ricognizione geologica del tracciato,

cosa di cui nessuno si preoccupò ; è vero che la spesa di costruzione su­

però del doppio la preventivata; è vero ancora che continue spese si ri­

chiederanno per mantenere aperta la linea all’ esercizio! Spese di costru­

zione, spese di manutenzione sarebbero riuscite minori se si fossero fatti

serii studi geologici preventivi.

Un progetto fu preparato nel 1881 per il prolungamento della ferrovia

ad un passaggio alpino, ed aprire così un nuovo valico ferroviario in­

ternazionale, transalpino, vista la insufficienza della linea del Fréjus.

Coll’incarico dello studio geologico del progetto in questione, che faceva

capo ad una grande galleria sotto la catena del M. Bianco, abbiamo pub­

blicato una relazione nello stesso anno, ed a quella rimandiamo per mag­

giori particolari, riferendo qui le generalità per sommi capi. Secondo

questo progetto la ferrovia da Aosta si svolgerebbe in costa sulla falda

montana sinistra fino di fronte a Yilleneuve, ove con un grande viadotto

passerebbe sulla destra risalendo a mezzo di gallerie e tratti scoperti la

valle in rocce solide fino all’ Équiliva, donde si svolgerebbe in curva

nel bacino La Salle-Morgex, onde guadagnare in elevazione di livello ;

passerebbe poi nuovamente sulla destra. Fino a Morgex il tragitto non

presenta grandi difficoltà stante la solidità delle rocce nelle quali do­

vrebbero perforarsi le gallerie. Dalla borgata Lavanchey (m. 962) dunque

la ferrovia si volgerebbe alla Dora, la traverserebbe e seguiterebbe verso

Pré-St-Didier a mezzo di due gallerie di 1040 e 1045 metri nel calce-

schisto di evidente e sufficiente solidità. A questo tratto succederebbe un

altro di 1170 metri allo scoperto da Pré-St-Didier a Champey su lembi

morenici

e detriti di varia natura. Poi si entrerebbe in galleria d’ac­

cesso alla grande del M. Bianco, lunga 5525 metri con un dislivello di

44 metri, servita per la costruzione da tre pozzi delle relative profondità

di 72, 140 e 180 metri. Nel tratto della galleria d’accesso si presenta

una grande varietà di rocce, e sarebbero queste per ordine: schisti mi­

cacei, quarziti, calceschisti, calcari con gessi con sufficiente solidità; poi

verrebbero calcari cavernosi, schisti ardesiaci, calcari cristallini ancora di

resistenza marcata; succedono rocce cristalline, quelle del M. Chétif, di

grande solidità; vengono in ultimo calcari schistosi e schisti ardesiaci

sufficientemente solidi;in complesso, se qualche brevissimo tratto esigerà

delle precauzioni, le condizioni geologiche sono per questa galleria d’ac