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PARTE III — GEOLOGIA ECONOMICA

lora sottoescavati, perdono ogni stabilità, scoscendono, arrestano sbar­

randolo il torrente, questo vince al fine l’ostacolo, spazza gli sbarramenti

ed una congerie spaventevole di rottami trabocca a valle pel canale di

scarico, seminando disastri e rovine nella regione di sbocco, atterrando

case, invadendo coltivi, sterilizzandoli per molti anni a venire copren­

doli di rottami, melma, ghiaie e sabbia; questa è la triste storia che

sì frequentemente si ripete nelle nostre valli, come a Chianoc, Foresto,

Bardonecchia in valle di Susa, ad Arnas, ad Equiliva, a Diemoz in

valle di Aosta, a Perebecche in valle dell’Orco nell’ultimo quarto di

secolo, e nelle Alpi Delfinesi, e che dettò uno stupendo libro al Surrell.

A tanta iattura a venire si propongono due rimedii che possono esser

messi in opera contemporaneamente a maggior garanzia. L ’uno è quello

di raffrenare i torrenti a mezzo di

serre

e

briglie

lungo il loro corso

in muratura o in palizzate, stecconate od altrimenti, allo scopo duplice

di rompere ad intervalli la furia delle acque del torrente ed a sostenere

e rallentare la discesa dei detriti; colle

serre

e colle

briglie

il corso

del torrente viene diviso in una duplice serie di salti e di ripiani de­

stinati questi a diventar piccoli bacini, la cui stabilità sarà resa mag­

giore colle piantagioni. A questo proposito è opportuno prendere cono­

scenza, per chi si interessi alla questione, la relazione sugli effetti delle

briglie

e delle

serre

in Provincia di Sondrio pubblicata dal Ministero

di Agricoltura, Industria e Commercio nel 1883. Si è notato p oi, in

ordine all’altro rimedio che dopo i diboscamenti operati senza legge e

norma ed in troppa vasta scala nelle regioni montane le inondazioni e

le rovine dei detriti dai versanti montani avevano aumentato grande­

mente; ed infatti gli alberi colle loro radici ritengono le masse detri-

tiche in cui stanno impiantati; questi detriti assorbono molt’acqua che

cedono poi lentamente a mezzo di sorgive ; tagliate le conifere che for­

mano i boschi montani le radici loro muoiono, si decompongono, nè è

più possibile ripristinare il bosco che mediante seminagioni o pianta-

menti; intanto i detriti non più rattenuti si sfasciano, scoscendono, sono

asportati dai torrenti, rimangono le nude rocce, sulle quali non attecchisce

la coltura a pascolo per cui più delle volte si abbattè il bosco, le acque

rovinano irrefrenabili; donde una serie indefinita di rovine. Il versante

da Ovest del vallone della Eho diboscato si trasformò in un ammasso

di rovine che il torrente asporta ed espande sui coltivi di Bardonecchia

seppellendone le case. Il rimedio consiste nel rimboschire quei versanti

ed è ciò che s’è già eseguito in molte regioni del Delfinato e comincia

a praticarsi da noi ; si può leggere al riguardo la relazione precitata,

ed il rapporto pubblicato dallo stesso Ministero nel 1887 sui rimboschi­

menti eseguiti in Francia.