

VITA CITTADINA
157
il IO agosto, 503 bambine delle scuole elemen
tari torinesi che si sono recate a trascorrere
parte delle loro vacanze nella Colonia marina
municipale di Loano.
Alla stazione di P. N. erano a salutare le pic
cole coione, accompagnate dal comm. dott.
Laudi, il Vice-Podestà conte Buffa di Perrero.
il cav. uff. avv. Gay, segretario generale interi
nale, il cav. uff. Ottino, direttore interinale del
le scuole elementari, il dottor Bormans, reggen
te l’Ufficio d’igiene, ed il conte Priuli.
IL PR ES ID EN T E D E L LA L IB E R IA R IC E
VUTO D A L R E
Il Presidente della Repubblica di Liberia, si
gnor Charles Dunbar Burgesse King, venuto in
Italia per visitare il nostro Re ed il Capo del Go
verno, è giunto a Torino il 24 agosto col treno
di lusso Parigi-Roma. L'arrivo ebbe forma pri
vatissima. Verso mezzogiorno in due automo
bili di Corte nelle quali avevano preso posto,
oltre al Presidente liberiano, il conte Soardi,
cerimoniere di Corte, il barone Lehmann ed i
suoi aiutanti di campo, venne con gli onori do
vuti al suo grado, accompagnato a Palazzo Rea
le, dove S. M. il Re Vittorio era giunto poco
prima da Sant’Anna di Valdieri per ricever*?
I eminente ospite.
Il ricevimento ebbe luogo nel salone degli
Svizzeri alla presenza delle autorità cittadine
civili e militari.
Dopo che il Re ebbe intrattenuto il Presiden
te in privata udienza nella sala del Consiglio,
questi presentò al Sovrano il proprio seguito.
Seguì la colazione d'onore alla quale sedet
tero insieme con Re Vittorio e gli ospiti liberia
ni, il Prefetto generale De Vita, il Podestà am
miraglio Di Sambuy, il comandante del Corpo
d'armata gen. Tiscornia, i generali Clerici e
Asinari di Bernezzo, il Ministro della Reai Ca
sa, senatore Mattioli-Pasqualini, il commissario
straordinario per la Provincia, avv. gr. uff. An
seimi, il direttore della R. Armeria, generale
conte M^rli-Miglietti, il cerimoniere di Corte
conte Soardi, il colonnello Lerici, il comm. La-
vagno, il cav. uff. Nardi, il capitano coman
dante della guardia.
Dopo colazione gli ospiti furono accompa
gnati a visitare l'Armeria Reale, poscia il Presi
dente liberiano ha preso commiato da S. M. il
Re e si è recato di nuovo all’Albergo Europa.
I rappresentanti della Repubblica di Liberia,
in unione al Prefetto della Provincia, si recaro
no nel pomeriggio a visitare gli stabilimenti del
la Fiat.
In serata l’illustre ospite, ossequiato dalle
autorità, partiva alla volta di Roma.
LA MORTE D E L L ’ING. P IET RO FENOGLIO
Nella casa dei suoi cari a Cono Canavese,
dove soleva concedersi un breve riposo alle sue
gravi fatiche, si è improvvisamente spento la
mattina del 22 agosto il grand’uff. ing. Pietro
Fenoglio, vice-presidente della Banca Commer
ciale Italiana e rappresentante dell'istituto a
Roma.
Con la sua scomparsa un grave lutto ha col
pito la finanza italiana, perchè l'ing. Fenoglio,
con la sua perspicace avvedutezza ed il suo
saldo equilibrio era uno dei più intelligenti ed
apprezzati finanzieri d'Italia.
Ma non solo nel campo finanziario svolse la
sua salda e sagace opera di amministratore e
di zelante ed illuminata attività.
Fondatore della Società idroelettrica piemon
tese, la città di Torino lo ricorda, prima di es
sere chiamato alla direzione della Banca Com
merciale, quale valente ingegnere, ideatore e
costruttore in unione degli ingegneri Salvadori
e Molli, deller opere costruttive dell Esposizione
del 1911. Occupò pure nel nostro Municipio la
carica di assessore comunale.
Torino perde con l’ing. Fenoglio un virtuo
sissimo lavoratore, un saldo ed enuilibrato am
ministratore, una chiara men
.tista, un
uomo di alta coltura.
La cittadinanza torinese ha reso alla salma
dell'ing. Fenoglio solenni onoranze funebri.
Tutto il mondo finanziario ed industriale, auto
rità politiche, associazioni di professionisti ed
un infinito numero di amici e di ammiratori
hanno tributato all'illustre Estinto un'imponen
te dimostrazione di cordoglio.
LA MORTE DI G1ANOLIO DALMAZZO
Il 9 agosto li spegneva improvvisamente Gianolio
Dalmazzo, il cui nome e la sagace opera sua erano
strettamente legate all’arte tipografica.
Nato in Torino il 5dicembre 1663, fatti gli studi
elementari ai Collegio degli Artigianelli, Gianolio
Dalmazzo si dedicò all'arte tipografica, percorrendo
rapidamente tutti i gradi delia professione; fortifi
cando con ferrea volontà, mentre attendeva alle sue
gravi mansioni, la propria cultura, in modo che ben
presto potè rivelarsi scrittore magnifico, particolar
mente competente in ogni argomentoche riguardasse
questioni di politica economica, di previdenza, di
assistenza, di economia sociale. Propugnatore tenace
della scuola tipografica professionale, l’istituzione
ebbe solenne riconoscimento da parte del Governo e
l’illustre Scomparso ne assunse la direzione, consa
crando per il benessere e lo sviluppo del nuovo isti
tuto tutta la sua laboriosità ed intelligenza.
L ’opera di Gianolio Dalmazzo non si svolse solo
negli ambienti della scuola, ma quale scrittore colto
e forbito popolò di pregevoli scritti le migliori riviste
tecniche italiane ed estere, tenendo la direzione del-
VArchivio Tipografico,
e compilando la mirabile
enciclopedia
I I Libro e l’A rte della stampa.
Non solo i gagliardetti delle istituzioni grafiche si
inchinarono riverenti, il dì dei funerali, alla tua
Salma, ma davanti ad essa si velò di lutto l'A rte
tipografica.
l i