

F R A I L I B R I
vivace senso di arguzia, capacità di osservazione, e sopra
tutto temperamento atto a degnamente interpretare la
forte anima delle nostre regioni.
P
aolo
R
amello
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R. W. Emerson,
Gli uomini rappresentativi,
a cura di
A. B
iancotti
. - Utet Collana di grandi scrittori stra
nieri. 1934. L. 12.
La presente edizione si avvantaggia su altre preesistenti,
non solo per la bontà della traduzione, ma sopratutto per lo
studio introduttivo sulla figura dell’A.
Angiolo Biancotti, che noi abbiamo apprezzato per altri
suoi lavori letterari e poetici, ci offre qui una densa, pre
ziosa monografia del grande pensatore americano.
In una trentina di pagine il B. espone nitidamente la
vita di Emerson, la sua dottrina e il suo pensiero, dando
al lettore una chiara ed esatta idea dell’alta figura del filo
sofo. Ministro protestante, egli dovette lasciare il posto,
perchè il suo spirito era soffocato dalla forma arida e dalle
pastoie esteriori della religione ufficiale che doveva profes
sare. La sua natura lo portava ad esprimere con piena libertà
i suoi convincimenti morali e religiosi e il suo animo potè
aprir i mediante conferenze in diverse parti degli Stati
Uniti. In alto, sempre più in alto, fu la sua divisa. Una delle
sue opere più note e più significative è quella che va sotto
il titolo di
Uomini rappresentativi.
In pagine vigorose e
scultorie sono ritratti sei uomini superiori: Platone, Swe-
denborg, Montaigne, Shakespeare, Napoleone e Goethe. La
concezione che ha l'Emerson dei grandi uomini è diversa
da quella del suo amico Carlyle. Per quest’ultimo gli Eroi
sono i grandi uomini tutti, i buoni, i saggi, i forti, che i popoli
miserabili invocano come guida. I rappresentativi Emer-
soniani sono invece grandi specchi in cui si riflette l’imma
gine del loro evocatore. Il libro infatti è largamente auto-
biografico: Platone rappresenta il modello tipo della sua filo
sofia, Montaigne il suo autore preferito, Napoleone il colosso
della sua giovinezza, come Shakespeare il colosso della
poesia inglese, Swedenborg le sue aspirazioni mistiche,
Goethe il compagno del pensiero nei momenti di olimpica
serenità.
Dott. Gino Ercolani,
Gli Istituti corporativi dello Stato
Fascista.
Con prefazione dell’On. Carlo Costamagna.
Roma,
Quintily, 1934, pagg. 81. L. 6.
Questo breve lavoro del Dott. Ercolani — che ha meri
tata una prefazione ed ha avuto il consenso dell’On. Costa
magna, maestro indiscusso del giare corporativo — si
risolve in ultima analisi in una esposizione istituzionale
della materia attuata mediante la esegesi storica di essa.
Non quindi sistematico complesso di nozioni organi
camente disposte per argomento, ma chiara e concisa,
quasi schematica, esposizione di esse, giustificate nel loro
logico sviluppo successivo dalle prime affermazioni del
Duce al sorgere del Fascismo alla legge sulle Corporazioni
del 5 febbraio 1934, n. 163, e ai provvedimenti del Comi
tato Corporativo Centrale con cui il 10 maggio successivo
vennero istituite le prime 22 Corporazioni. Il tutto prece
duto da una breve enunciazione dei principi etici giuridici
e politici cui la concezione fascista dello Stato e della So
vranità si ricollegano.
Ne consegue che il metodo storico e l’organizzazione
sistematica si integrano a vicenda dando, con pochissimi
mezzi, risalto massimo ai lineamenti fondamentali della
materia.
Il
libro merita perciò di essere conosciuto sia dagli spe
cialisti della materia che in esso possono trovare un utile
riassunto di originale ed interessante esposizione, sia dai
profani che da esso possono avere una chiara ed adeguata
idea dell'imponente e genialissima opera compiuta dal
Governo Nazionale per la risoluzione e la composizione dei
problemi e dei contrastanti interessi della produzione nel
l’ambito della superiore unità dello Stato.
P
aolo
R
amello
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D. Oscar Zebochin,
Manualetto di storia della Chiesa.
Torino, Marietti, 1934. pagg. 153. L. 5.
Nel breve spazio di poche pagine lo Zebochin ha mirato
essenzialmente a riassumere con chiarezza ed insieme con
adeguata proporzione di parti la vastissima materia che
altri ha svolta e sviscerata in numerose e poderose trattazioni.
Non quindi profondità od originalità di ricerche, ma
schematiche e rapide enunciazioni: scorci d'insieme trat
tati egregiamente, sintesi succose e, per corti aspetti, defi
nitive, profili nitidissimi, e, più che altro, felice e sicura
enunciazione degli aspetti caratteristici dei singoli periodi
storici.
Notevoli specialmente le pagine relative ai rapporti fra
la Chiesa e l’Italia nei tempi moderni, alla posizione della
Chiesa nei vari Stati, all’opera degli ultimi Pontefici, alla
sintetica, ma por completissima, elencazione delle eresie.
Per chi voglia avere un'adeguata nozione della storia
nelle sue vicende essenziali, e non abbia modo,
per contro, di seguire studi più vasti, il manualetto dello
Zebochin è un aiuto veramente prezioso.
P
aolo
R
amello
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