

Crebbe dunque e si educò nel nostro Paese,
del quale il destino la chiama un giorno ad
essere Regina.
Purtroppo, il giorno seguente all’annun
zio del fidanzamento, la gioia di tutti gli
italiani fu turbata da un esecrando attentato
che riempì di orrore tutti gli animi buoni e
retti : un rinnegato italiano, fuoruscito, fa
cente parte di quella banda di criminali an
tifascisti che non tralasciano occasione per
dileggiare e rinnegare la loro terra d’origine,
osò alzare la mano sacrilega contro il suo
Principe Ereditario, mentre egli si recava a
rendere omaggio alla tomba del Milite Igno
to Belga.
Dio ha voluto che il Principe rimanesse
illeso.
La voce dell’attentato, tosto diffusasi a
Torino, sollevò un’onda di irrefrenabile in
dignazione, della quale si fece interprete il
nostro Podestà, pubblicando il seguente
manifesto :
« Cittadini ! In un’ora di purissima gioia
per la Dinastia e per la Nazione, una mano
sacrilega di rinnegato ha osato levarsi con
tro la sacra persona di S. A. R. il Principe
Ereditario. La divina Provvidenza ha sven
tato il gesto nefando.
« In un impeto di giubilo per l ’incolumi
tà del nostro Principe amatissimo, stringia
moci alla Maestà del Re, confermando a Lui
cd alla Reale Famiglia tutta la nostra infi
nita devozione ».
E mentre già aveva inviato telegram
mi di felicitazione pel fidanzamento il Po
destà inviava a Sua Maestà il seguente tele
gramma :
« S. E. generale Di Bernezzo, primo aiu
tante di campo generale di Sua Maestà il
Re — Prego Vostra Eccellenza rendersi in
terprete presso Loro Maestà dei sentimenti
di profonda esecrazione per il gesto nefan
do contro la sacra persona dell'Augusto
Loro Figlio e del giubilo vivissimo di Tori
no per la provvidenziale incolumità del
Principe amatissimo ».
Al Principe di Piemonte, indirizzava poi
Il Principe Ereditano ed il antro Rodotà tra la (ola plaadeate • <F<
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