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Senza dubbio tutte queste notizie il Les
sing le apprese dal sopraintendente dei Mu
sei, cavalier Tarino e dal di lui collega,
abate Mazzucchi.
Una visita fece il Lessing anche all’ Ar-
chivio Reale. V i si trovavano quei trenta-
quattro volumi manoscritti in folio nei qua
li il famoso architetto napoletano Pirro Li-
gorio aveva raccolto un’immensa quantità
di disegni e note archeologiche. Dedicati
dal loro compilatore al duca Alfonso 1
d’Este, erano stati acquistati, — dopo esser
passati per diverse mani, — da Girlo Ema
nuele
III
per diciottomila ducati. Allora
nessun sospetto era stato ancora affacciato
sull’ autenticità del loro contenuto, epperò
storiografi e antiquari ne facevan gran con
to per le loro ricerche. L ’autore del « Lao-
koon » ne ebbe per le mani e consultò cin
que o sei volumi, che riguardavano monete
e busti ; ne rilevò il disegno assai ben fatto
e il metodo lodevole d’indicare le fonti. Ri
guardo alla sede in cui i manoscritti del Li-
gorio allora si trovavano, il Lessing, certo
ripetendo in iscritto quanto gli avevano det
to i dirigenti l ’ Archivio, fa cenno nella sua
nota che essi fra breve sarebbero stati tra
sferiti al Museo d ’Antichità e che pel mo
mento si tralasciava ancora dal mandarli là
« con lo strano pretesto che essi erano co
stati troppo denaro ».
In data 28 agosto è fatto cenno dell'Uni-
versità, segno probabilmente che in quel
giorno egli vi si recò in visita. Parecchi pro
fessori egli senza dubbio già conosceva in
precedenza; altri conobbe in quell’occasio
ne. Due cose pare che lo abbiano interessa
to maggiormente e però ne prese nota : la
chiusura dell’ anno scolastico e l’ elezione
del Rettore. Per la prima egli scrive : « Il
24 giugno vengono chiusi i collegi e d al
lora vengono distribuiti i « gradi » fino al
14 agosto, col qual giorno incominciano le
vere e proprie vacanze, dopoché in esso tut
ta l ’Università ha cantato un solenne
Te
Deum
nella chiesa della Consolata, alla
quale cerimonia sono io pure stato pre
sente »».
« Riguardo al Rettore » continua il Les
sing « questa Università ha una costuman
za stranissima, cioè che essa elegge in ogni
tempo a quella carica uno dei più giovani
dottori promosso l ’anno prima; e
tTa
essi
il più ricco e il più distinto. Il motivo è che
il rettorato rende poco, mentre il rettore de
ve essere in grado di sostenere varie spese
d’onore. Fa uno strano effetto vedere alla
testa di tanti uomini vecchi e venerandi un
giovane adone. Quest’anno era rettore un
giovane conte Valperga ».
Tommaso Valperga, conte di Caluso,
contava infatti nel 1775 appena trentotto
anni ; ma nella carica di rettore egli rappre
sentava non solo la nobiltà e ricchezza del
casato, sì anche e più la prerogativa d’una
mente superiore e altissimi meriti come
scienziato, filosofo e letterato. Ognuno di
noi ne sa il nome, anche perchè l ’ Alfieri,
come a maestro ed amico, a lui dedicò il
aSaul »>.
La Biblioteca dell’ Università, ricca di
preziosissimi manoscritti, fu pel Lessing,
bibliotecario c bibliofilo appassionato,
un’attrattiva e un godimento di particolare
soddisfazione. Sfortunatamente egli non
potè esservi quante volte avrebbe voluto. Se
ne sente il rammarico nella prima frase con
la quale s’apre la nota del I" settembre,
dedicata appunto alla Biblioteca ; « Nella
Biblioteca non ho avuto occasione di vedere
che alcuni pochi manoscritti... ». Oltre il
manoscritto contenente le poesie del Came
rano, ricordato nella nota del 30 agosto, il
Lessing consultò quelli, tra i latini, nume
rati 602, 947, 968 e 1184. Prese nota dei
primi tre, — trascrivendo anche per il pri
mo e il terzo alcuni passi, — parendogli
che fossero già stati riprodotti per le stam
t n i
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