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I l P l I B I i C I I O
1.106.>74 VOI I A l FAICI IMO ID A l DUCI
La data del 24 marzo 1929 si è incisa in
delebilmente nella storia civile e politica
d ’ Italia.
I cittadini chiamati alle urne per espri
mere semplicemente con un monosillabo :
un ti SI* » od un « NO » il loro voto sulla
lista di quattrocento candidati prescelti dal
Gran Consiglio Fascista, secondo la legge
voluta dall’ alto senno del Capo del Gover
no, hanno manifestato il loro plauso incon
dizionato e la loro perfetta devozione al Re
gime.
L'appello del Duce è risuonato come una
diana che il corpo elettorale ha raccolto con
compatta spontaneità e con un fervore a cui
l ’ Italia non era più avvezza dall’epoca dei
plebisciti per l ’ unificazione, ai quali, que
sto del 24 marzo idealmente si ricongiunge,
proseguendone lo spirito, le elevatissime
tradizioni, le storiche finalità.
La gigantesca fatica di Benito Mussolini,
i grandi benefici da Lui recati alla Patria,
la garanzia che il suo genio offre per l ’av
venire, sono stati riconosciuti, nel segreto
dell’urna, da oltre otto milioni e mezzo di
coscienze che hanno potuto dare il proprio
responso in un ambiente di libertà e di in
dipendenza assolute.
Torino Sabauda, Torino, culla del Risor
gimento, in questa mobilitazione di animi
si è dimostrata degnissima del proprio pas
sato.
II cuore della metropoli subalpina ha no
bilmente battuto all’ unissono con quello
delle città consorelle. Essa ha riconfermato
anche nella recente occasione il suo squisito
sentimento fascista, perchè nel segno del
Littorio, elevato a fianco della croce di Sa
voia, Torino vede la difesi
lvaguardia
spirituale, il progresso continuo ed imman
cabile dell’ Italia vagheggiata nel glorioso
Parlamento di Palazzo Carignano: l ’ Italia
una, apprezzata e temuta.
L'attivs prepazione in città
Alla giornata dell’elezione plebiscitaria
si è arrivati attraverso una settimana di feb
brile preparazione, durante la quale le pub
bliche autorità e le gerarchie del partito
rammentarono al corpo elettorale quanto il
Regime aveva compiuto. Preparazione di
gnitosa, affidata, più che alle parole ad un
elenco eccezionalmente ricco di fatti, ad un
bilancio di lavoro realizzato.
Iniziò S. E. il Prefetto Maggioni con un
profondo discorso tenuto il 16 marzo al
Teatro Regio gremito di rappresentanze po
litiche e sindacali, di combattenti, mutilati
e cittadini di ogni categoria.
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suo discorso
fu vigorosamente intonato allo spirito della
popolazione piemontese : un esposto lucido,
chiaro, ordinato. Di quando in quando nel
riferirsi ad eventi memorabili della guerra,
del dopo-guerra e della ricostruzione nazio
nale, il temo della sua voce si elevava in vi
brazioni di più suggestiva eloquenza, l ’u
ditorio scattava in lunghi applausi, al primo
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