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dei quali il nostro Prefetto subito rispose con

un’opportuna constatazione che non voglia­

mo trattenerci dal riprodurre integralmente :

KQuesto applauso — egli affermò — va

oltre i nostri confini ed è la miglior risposta

a tutti coloro che, rinnegata la Patria o stra­

nieri, ancora vilmente affermano che

1

ade­

sione del popolo italiano alla causa nazio­

nale non è che apparenza ».

S. E. Maggioni parlò poi del periodo bel­

lico e del sublime eroismo dei soldati, pro­

vocando una dimostrazione d’omaggio al-

l’ Esercito ed alla Milizia. Passando all’ av­

vento del Fascismo ricordò le opere, che

mercé le iniziative del Regime furono ese­

guite o stanno per eseguirsi in Torino e

Provincia : dalle Cliniche Universitarie, alla

riorganizzazione del Politecnico, alla crea­

zione di una scuola superiore di agraria, alla

fondazione di un vasto laboratorio per le

ricerche scientifiche-industriali, per il quale

è stata stanziata una somma di dieci milio­

ni. Rammentò ancora le opere a favore del­

l’agricoltura e le bonifiche nella regione pie­

montese ; concludendo con un vibrante sa­

luto ai candidati, inneggiando al Re, alla

Patria, al Duce, tra rinnovate generali ova­

zioni.

Seconda assemblea per la preparazione

del plebiscito fu quella tenuta dall’Associa-

zione del Pubblico Impiego nella sala del

teatro del Dopolavoro Ferroviario. Alla riu­

nione riuscita imponentissima parlò il no­

stro Podestà nella sua duplice qualità di

capo di un'amministrazione che ha ben do­

dicimila dipendenti e di rappresentante del

Fascio torinese, ricordando come Torino,

oltre aver dato all’ Italia un esercito e l ’ in­

dipendenza, le abbia dato pure una buro­

crazia modello di fedeltà, di laboriosità e

di probità. Sorse in seguito a parlare il

Segretario generale dell’Associazione del

Pubblico Impiego, comm. Lusignoli che

rammentò con una diligente e minuta espo­

sizione, quanto il Duce fece per la burocra­

zia e illustrò quindi in forma eloquente i

capisaldi della riforma burocratica.

Magnifica per concorso di autorità, rap­

presentanze, associazioni e pubblico fu l’a­

dunata del 17 marzo in piazza Bodoni dove

parlò con l ’appassionante calore che gli è

consueto uno degli uomini più amati e più

popolari del Fascismo torinese : S. E. il

conte Cesare Maria De Vecchi di Val Ci-

smon, Quadrumviro della Marcia su Ro­

ma, ex-Governatore della Somalia, Mini­

stro di Stato.

Significativa fra tutte tale adunata perchè

svolgevasi su quella piazza dove, nel perio­

do dell'effimera supremazia rossa, pochi

fascisti di fegato erano bastati a mettere in

fuga una moltitudine di sovversivi, il cui

solo coraggio consisteva nel lanciare grosse

frasi blasfeme ed avvelenatrici.

1 conte De Vecchi ebbe buon motivo di

rammentare l ’episodio al quale egli parte­

cipò arditamente, riconducendo così gli

ascoltatori a quegli anni che ci sembrano

adesso tanto lontani. Egli fu efficace nei

suoi rilievi e nelle sue osservazioni in cui

vedevansi l ’esperienza e la vivacità sempre

giovanile del coraggioso combattente e del

fascista della primissima ora, che volle es­

sere in prima linea nei momenti più ardui

della riscossa.

Nella stessa giornata il nostro Podestà

che è pure presidente della Federazione dei

Sindacati fascisti degli Agricoltori della pro­

vincia di Torino, si recò a Carignano ed a

Carmagnola per portare agli agricoltori la

parola semplice ma vibrante del Capo, del

maestro, che è profondamente convinto de­

gli interessi che tutela. 11 dottor Paolo di

Revel esaminando i vari problemi che inte­

ressano l’agricoltura, spiegò i benefici che,

prima la rivalutazione e poi la stabilizzazio­

ne della lira hanno arrecato agli agricoltori,

mettendo in evidenza l ’ importanza della