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un titolo solo di privilegio e furono quei set-
tantacinque centimetri di torace che tu fa
cesti emergere proiettando all’ infuori le sca
pole, o scriba di lettere anonime.
«T u , quando partimmo, fosti fra quelli
che ci accompagnarono alla stazione e
mentre salivamo nelle tradotte vigilati dal
lo sguardo materno che sapeva tradurre in
luce e in pallore l’ intimo tormento, tu, rin
casando nella tua comoda casa, ti lagnasti
perchè il caffè conteneva delia saccarina ; tu
non hai conosciuto che questa specie di sa
crifìcio.
« E quando giungeva a noi, nei pacchi,
la lana per gli inverni crudi, tu, succhiando
il tuo virginia sul velluto polveroso del caf
fè, tu dicevi : Questa benedetta guerra, l ’ hc
sempre detto, durerà molto. Eh, già, non
si sono voluti ascoltare gli uomini di buon
senso. In fondo, ci offrivano Trento e Trie
ste. In fondo, se avessimo seguito la Sviz
zera...
((— Se avessimo seguito tali consiglieri,
saremmo oggi una Svizzera peninsulare in
chiodata fra Malta e Gibilterra e per com-
penso non avremmo che l’affetto di coloro
che ci amarono sempre in proporzione alla
nostra miseria. —
» E quando tornammo in licenza io lo in
contrai il piccolo uomo, Wagner nel dialogo
con Faust; lo trovai per le vie di Milano,
ai Bastioni ed ebbe il coraggio di dirmi :
* Sapete? gli aeroplani hanno ucciso cinque
portinai, ma io esco lo stesso». E quando
la guerra fu finita e tornammo alle nostre
case con una sola speranza, con quella di
una pace che fosse materiale riposo : quan
do tornammo ed eravamo talmente assue
fatti al laceramento dei cannoni nostri e al
rombo dei cannoni nemici per cui per leg
ge di contrasto, il silenzio ci svegliava, al
lora l ’ometto grigio dalla testa venosa alle
tempie venne a visitarci e ci disse : « Se non
aveste avuto il fronte interno dopo Caporet-
to; se non aveste avuto il nostro aiuto, cosa
avreste potuto concludere? Eh, abbiamo do
vuto rimediare ai vostri errori di megalo
mania ».
« Eh, certo, certo, in fondo, quello che
abbiamo ottenuto è ben poca cosa. Ed in
vero io stupisco che l ’ometto grigio non ab
bia fatto parte della nostra delegazione ai
Trianon perchè l ’elemosina, la briciola o f
ferta al banchetto di Epulone anch’essa sa
rebbe finita nel suo piatto.
KQuando poi le leggi vessatorie che ten
devano dal punto di vista social-democrati-
co a demolire la proprietà e il risparmio in
tutte le sue forme cominciarono ad assalire
e a molestare il piccolo uomo, allora egli
cambiò tattica, se ben ricordo. Sbuffando e
imprecando, sempre in sordina, venne a
noi, sindaci di paesi sperduti sulle pia
nure e si confidò dicendo : <( E’ tempo di
finirla. Qui andiamo completamente alla
rovina... Voi, che avete avuto il coraggio
della riscossa alla dichiarazione di guerra,
come mai voi non marciate quando vedete
che la ricchezza sta per essere demolita?
Pensate che un padre in due generazioni
avrà diseredato con la sua eredità i nipoti.
Pensate che tutto ciò che si sta facendo è
contrario non solo alle leggi della giustizia,
ma alle leggi della moralità e dell’uma
nità ».
« E allora noi marciammo una seconda
volta, e, per una seconda volta, difendem
mo il bianco il rosso e il verde nelle pro-
vincie rosse, sui balconi dei nostri Munici
pi. Quando le pianure erano disseminate
di bandiere rosse e qualche bandiera bian
ca, o Quadrumviro, bucava col suo colore
negativo l ’ insieme di codesti lembi che ave
vano il colore del nostro martirio e non del-
l ’ imboscamento di coloro che le avevano
innalzate, allora l ’ometto grigio arrivò al
punto di offrirci qualche colazione e qual
che bivacco purché difendessimo la sua ca-
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