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sa dove le pendole misurataci del nostro

martirio erano per tutta la guerra rimaste

sotto il vetro come i carciofi all’olio.

<( Ma Benito Mussolini che viene dal po­

polo, perchè il popolo conosce la fattura del

divino Michelangelo, Mussolini non si curò

dell'uomo grigio. Mussolini pensò che cli­

nicamente è il fiotto del sangue giovane che

elimina tutti i miasmi con la sua travolgente

corrente, con la ricchezza dei suoi globuli

rossi.

« L ’ometto grigio non è che la caricatura

di altri uomini che, a catena, appartenendo

a tutti i partiti, a tutte le bandiere vendute,

osarono pensare che l ’ Uomo scolpito dalla

stirpe potesse essere abbattuto da cerbottane

in cui introducevano pallottole intrise nel

fiele e nell’ aceto della spugna offerta a Cri­

sto. Costoro, che sono una famiglia e non

un individuo, ebbero una seconda profonda

delusione petphè, fermi sulle posizioni, re­

sistemmo alla campagna scandalistica e

fummo, come il vostro grande Alfieri, tali

da poter innalzare la divisa : « Ho tale cuore

in petto che nei disastri esulta » .

« Ma il nostro nemico non si è dato pace.

Disse a se stesso : « La campagna scanda­

listica non ha attecchito. 1 manganello è

stato riposto e noi non abbiamo neppure

avuto la consolazione di suscitare la trage­

dia dalla tragedia. Mussolini ha tale forza

da poter contenere migliaia e migliaia di

uomini in silenzio, disarmati e immobili, ad

un cenno pronti a scattare e nell'attitudine

di colui che desidererebbe il cenno.

« Perchè, se lo ricordi l'uomo grigio, se

in quel momento Mussolini avesse, per un

attimo solo, perduta la calma e aggrottate

le sopracciglia, se in quell'attimo avesse ap­

pena accennato, noi oggi non avremmo il

vanto che ci deriva dalla nostra generosità ;

e da parte di qualcuno, non avremmo la di­

scussione sull'attributo rivoluzionario, per­

chè la nostra rivoluzione avrebbe applicato

quel sigillo rosso che ha sempre reso auten­

tiche tutte le rivoluzioni.

« Ma di ciò noi ci vantiamo. Noi voglia­

mo essere originali. Dalla sollevazione degli

schiavi al tempo di Spartaco, dalla più anti­

ca sollevazione agraria dei Gracchi, dalla

Rivoluzione inglese alla Rivoluzione fran­

cese, non vi fu una rivoluzione, se per ri­

voluzione s’intende sovvertimento di tutto

un passato infrollito, che ebbe i lineamenti

nostri, per cui le vittime siano dalla parte

dei rivoluzionari anziché di coloro che

avremmo potuto far pendere da qualche fa­

nale. E di questo ci vantiamo. Ma diciamo

all’omino grigio che se qualche suo paren­

te avesse penzolato nel vuoto,

^gi non

discuterebbe sul plebiscito.

« E ora, avendo egli perduto la seconda

delle battaglie, che è quella economica,

avendo dimostrato il Duce, col discorso di

Pesaro, che i valori materiali sono succubi

dei valori morali, avendo sovvertito tutte

le leggi sapienti dell’economia dei Loria

e degli Einaudi, oggi che ancora attra­

versiamo un periodo difficile, ma che ab?

biamo superato la curva veramente tragica

resistendo, vincendo con l ’unghie e coi den­

ti per la salvezza della lira, noi possiamo

dire al piccolo uomo che somiglia a Tersite

afferrato ai piuoli della tenda d ’Achille:

« Tu hai perso anche la seconda battaglia.

Naturalmente tu mormori ; tu dici che tutto

ciò che s’era promesso non si è mantenuto

perchè forse ti illudevi che nel campo del­

l’economia noi potessimo, fascisticamente,

in tre mesi, assalire con spedizioni punitive

le Borse estere. No, caro ! La pazienza del

tuo livore non è la nostra pazienza. Noi sia­

mo di coloro che sanno attendere la loro

stella che non è più lo stellone del passato.

Ora t’avvedi d'aver perduta la seconda bat­

taglia, uomo grigio.

« E così siamo giunti al 24 marzo 1929.

Siamo giunti a tale maturità, per cui voglia-