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o s s a i

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:

D i alcuni problemi odierni

della Industria e della Finanza internazionale.

Torino, Giappichelli, 1929. L. 6.

A d integrazione del suo « Corso di Economia

industriale » di cui già si è diffusamente detto

in queste colonne, il dott. Fossati tratta in que­

sta nuova pubblicazione, in forma monografica,

due interessanti argomenti.

Col primo studia il problema generale della in­

dustria e della finanza nel dopo-guerra, dalla

questione della capacità d'acquisto del mercato

e del credito al consumatore, alla questione del­

la stabilità dei prezzi in relazione sempre al pro­

blema del credito al consumatore : larghe digres­

sioni si occupano, entro i limiti della trattazione

generale, delle condizioni specifiche dell'Italia e

delle possibili soluzioni della crisi in cui la finan­

za e l'industria del dopoguerra si dibattono.

Col secondo studia la produzione e il commer­

cio europeo di oggi nei confronti del 1913: Nu ­

merose tabelle rendono più evidenti i paralleli e

meglio chiariscono quelli che l’Autore ritiene es­

sere i caratteri distintivi della produzione e del

commercio nell'interessante momento economi­

co che attraversiamo.

Come sempre, il lavoro del Fossati dimostra

la sua salda preparazione e costituisce un pre­

zioso contributo per la conoscenza dei fenomeni

nella cui indagine Egli si è specializzato.

(p. r.)

A

d e l e

M

o r o z z o

d e l l a

R

occa

:

Lezioni di dizio­

ne.

Torino, Paravia e C., 1925. L. 10.

Teoria e pratica della dizione.

Torino, Para

via e C., 1928. L. 14.

Maitre de philosophie -

La voix A se forme en

ouvrant fort la bouche : A .

Monsieur Jourdain

- A , A , oui.

Monsieur Jourdain

- A , E; A , E. Ma fois, oui.

rapprochant la màchoire d'en bas de celle

'en haut : A , E.

Ah ! que cela est beau!

bello non soltanto pel molieriano

beourgeoig

gentilhomme

— cui il maestro di filosofia espo­

neva le conclusioni del Cordemoy nel n Oiscours

physique de la parole » pubblicato a Parigi nel

1668, ma bello — senza esagerazioni caricaturali

— anche per noi che, duecento sessantanni do­

po, ancora usiamo parlare senza controllare i

suoni della nostra voce.

Dice bene la contessa Morozzo : « ognuno

prende il cibo, dorme, cammina, e nessuna azio­

ne è più spontanea di quella che accompagna la

determinazione di questi atti; ma c'è chi mangia,

dorme e cammina male e c ’è chi mangia, dorme

e cammina bene... Dalla sorveglianza di noi stes­

si a traverso i comuni atti J

esistenza gior­

naliera, rivolta al migliorante»io dei nostri gesti

esteriori, nasce il germe del buon gusto e quel

rapido discernimento del bello e del brutto che

costituisce l’elemento basilare di qualsiasi inizia­

zione artistica ».

Dal controllo di noi stessi per quanto riguar­

da il comune a.scorrere la Morozzo passa poco

a poco all'analisi della parola, del bel suono,

dalle varie possibilità espressive e musicali di

esso, e poi allo studio della parola inquadrata

nel periodo e nel verso, all’equilibrio musicale

del periodo, al rilievo delle prospettive e delle

architetture fonetiche della composizione.

Con infinito amore e con senso d ’arte squisi­

to, la Morozzo ci svela a poco a poco le infinite

sorgenti di bellezza che nella comune lettura i

non iniziati trascurano o addirittura sopprimo­

no : c’insegna il miracolo del ri-creare, attraver­

so la dizione l’aspetto musicale dell’opera d’arte

di cui si cerca in genere il solo significato con­

cettuale.

« L e parole di cui il verso è materiato sono

nient*altro che il segno grafico col quale il poeta

ci ha indicato il suo sogno ; sono le note di un

rigo musicale, che solamente sotto le dita del

musico riacquistano la vita di cui vissero nel­

l'animo dell'artista che in esse cristallizzava l’eb­

brezza infinita del suo sogno, arrestando l’atti­

mo fuggente, salendo dal tempo all’eterno, dal­

l’umano al divino! »

Varchi insospettati di comprensione e di pro­

fondità non prima sentite si aprono attraverso

questa nuova forma d ’interpretazione : rispon­

denze, rapporti, richiami, che il poeta stesso for­

se non ha pensati e che invece illuminano l'ope­

ra sua di luce improvvisa e ne fanno balzare la

architettura con vigoroso rilievo.

Per

dire

in tal modo e con tali risultati, occor­

re però una minuziosa analisi estetica della com­

posizione, una meditazione profonda di essa,

un'adesione assoluta allo spirito deU’autore,

uno

ttato di grazia

che faccia rivivere ;n noi, per