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~ t

quanto possibile, la visione che 1autore lia fis­

sata con le parole. Gli autori differiscono, evi­

dentemente, gli uni dagli altri e in varia misura

riescono ad adeguare le parole all idea : da que­

sta maggiore o minore approssimazione nasce,

lcgicamente, una minore o maggiore libertà di

interpretazione del dicitore. E il giusto senso di

tale libertà non si acquista che con una lunga e

severa educazione e con l'affinamento di un in­

dispensabile senso innato della misura.

Della

analisi estetico-fonetica

di una composi­

zione, secondo il suo metodo, la Morozzo da un

saggio col commento al canto 111 del Paradiso

ove parla Piccarda Donati : E veramente Dante

risulta illuminato da una luce nuova, e pare più

chiaro, anche nei passi più difficili, quasi come

se per la sua interpretazione l’ausilio del suono

non solo integrasse, ma superasse in potenza di

penetrazione tutti gli altri mezzi di commento e

d ’illustrazione.

Meno persuasivo mi pare il saggio sul Man­

zoni.

A d ogni modo è però indubbio che la Moroz­

zo riesce a risultati meravigliosi con mezzi sem­

plicissimi.

Il suo metodo poi, non è arte soltanto, ma an­

che educazione : per ciò. anzi, può essere rite­

nuto metodo didattico per eccellenza in quanto

educa alla riflessione, all analisi, alla cura del

particolare, al senso di misura, al controllo con­

tinuo di noi stessi, allo sfruttamento sagace delle

nostre possibilità.

E sopratutto in quanto ci ridona la gioia fre­

sca e serena della meraviglia : come monsieur

Jourdain anche noi, per la prima volta pensando

alla musica della parola, anatomizzandola nelle

sue parti, rilevandone gli sfondi e i rilievi d ’om­

bra e di luce, analizzandone gli elementi, sco­

priamo orizzonti nuovi, ritroviamo bellezze im

pensate, ci rieduchiamo alla sensibilità del mira­

colo che è in ogni cosa più comune e trascu­

rata... e nel nuovo godimento troviamo confor­

to, monito, stimolo a più alto sentire.

C ’è, nel più umile fiore di campo, altrettanta

bellezza quanta ne contiene l’ultimo atto del

Parsifal : tutto sta nel saperla vedere.

E la Morozzo c'insegna a vedere...

(p- »•.)

C

o r b ac c io

- E

ditore

- M

il a n o

L ’editore Corbaccio di Milano inizia felice­

mente, colla consueta sua signorilità, la colle­

zione «

Ungheria

» di cui ci occuperemo prossi

mamente, e quella di opere russe classiche,

moderne e contemporanee, intitolata " Vo lga ».

La nuova collana è affidata al noto scrittore

Ossip Felyne, che la cura con grande amore e

con indiscutibile competenza.

L'Italia conosce da tempo i maggiori scrittori

russi, come Tolstoi, Turghenev. Dostoievsky.

Gogol, Cecov, Gorki, Andreev, che sono ormai

familiari ai nostri lettori. A questi nomi vengono

ora ad aggiungersi quelli di Arzibascev, Kuprin,

Bunin. ed altri che si scoprono a poco a poco.

La collezione Volga ci farà appunto conosce­

re. in traduzioni integrali e fedeli, eseguite sul­

l'originale russo da ottimi traduttori, gli scrittori

della moderna Russia.

Sono già usciti :

Savi in cammino

di

W L A D I­

M IR L lD IN ,

forte scrittore soviettico di cui in Ita­

lia sono state fin ora pubblicate soltanto alcune

novelle; e

La Burla del Mecenate

di

ARCAD IO

A V E R C F N K O ,

il grande umorista russo moderno,

che i lettori italiani conoscono già attraverso le

sue numerose novelle.

La Burla del Mecenate

è l’unico romanzo di

questo singolare scrittore.

J

ack

La Boi

.INA

: l’apprezzato e popolare autore

della

Storia del mare

e del magnifico volume

edito lo scorso anno

: « A l servizio del mare

italiano »

ha testé pubblicato presso la casa

Paravia due romanzi illustrati di avventure

marinaresche adattissime ai giovani : «

Sotto

il mare della patria

» (I volume L . IO) ed «

Il

romanzo di un negriero

» (I voi. L . 14).

In questi volumi, all'intreccio del racconto si

uniscono nozioni assai utili sulle esistenze sotto­

marine e vibra intenso il sentimento patrio, che

anima sempre i numerosi libri dell'Autore, al

cuni dei quali sono stati approvati nel 1927 dal­

la Commissione ministeriale.

T .

PIATTI

:

Il Servo di Dio Pio Brunone Lanieri

Apostolo di Torino, fondatore degli cblati.

C.

SM OTTI

:

Il Beato Giuseppe Cafasso

: La per­

la del Clero Italiano.

L.

G

e n t i i

e

:

li Beato Giuseppe Benedetto Cot-

tolengo.

Tipograf. Editrice pontificia Marietti, Torino.

Tre colossi della fede e della carità, che, non

a caso, vengono qui citati insieme, e che con

Don Bosco, formano la gloria del nostro Piemon­

te religioso nel secolo scorso.

Il Lanteri può a ragione dirsi il difensore del­

la causa di Dio e della salute delle anime con­

tro le aberrazioni volterriane e gianseniste venu­

teci dalla vicina Francia, e contro le società se­

grete ammantate di falso patriottismo.

Il Cafasso, con la gagliardìa di un atleta, vie

ne a lavorare sul terreno preparato dai precur­

sori, fra cui principale il Lanteri, valorizzandone

l'opera di rinnovamento, che fu poi seguita dal

beato Don Bosco.

Il Cottolengo è l'apostolo infaticabile di amo­

re ohe tante miserie ha alleviato e tanti afflitti

ha consolato, colla sua piccola casa della divina

provvidenza, asilo di carità, palestra e santuario

di virtù. Ci è caro in questo momento ricordare

le tre eccelse figure, egregiamente ritratte nei

tre volumi editi dalia Casa Marietti, mentre T o ^ 318 ^