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stabilimenti che insieme occupavano mille-
seicento operai, di cui due terzi donne, ed
una forza complessiva di 1200 cavalli, di
cui 555 elettrici, 515 a vapore, e 130 idrau
lici. Dei dieci opifici, quattro erano destinati
a filatura od avevano la filatura annessa alla
tintoria. Si calcolavano a 50.000, comples
sivamente, i fusi in esercizio.
La tessitura aveva in esercizio 400 telai
meccanici, di cui pochissimi destinati alla
produzione di tappeti di lana e gli altri alla
fabbrica di stoffe fini ed ordinarie, nonché
per forniture militari e per drapperie in
genere.
Quale sia il promettente cammino percor
so dall’anteguerra fino ad oggi dalla pro
vincia torinese nel campo della produzione
laniera è ciò che intende illustrare questa
serie di articoli, riguardanti le più accredi
tate aziende del genere. Nelle nostre rela
zioni esporremo con assoluta obbiettività i
risultati delle visite da noi fatte a ciascuno
degli stabilimenti.
E crediamo che questa pubblicazione, a
cui nessuno aveva finora pensato, potrà riu
scire di singolare interesse, tanto più che la
bibliografia sull'industria laniera italiana,
se è nutrita ed esauriente per tuttociò che
cerne le altre zone, è invece scarsissima o
addirittura nulla per ciò che riflette la no
stra provincia.
E’ , quindi, una lacuna che noi concorre
remo a colmare : compito gratissimo poiché
ci offre opportuna occasione di metter in
luce il contributo dato da questa categoria
di industriali al fervore di opere che anima
e caratterizza attualmente l’ intera Nazione.
Prima, però, attingendo da un recente
Annuario della Laniera, ci sia lecito fornire
qualche notizia anche sulla odierna situa
zione italiana. Sono cifre confortanti già per
se stesse e tali, inoltre, da autorizzare le più
ottimistiche previsioni per il domani. Le
maestranze occupate ora ammontano, in pe
riodi normali, a 75.000 operai, in confronto
ai 65.000 del 1926 e (si noti !) ai 38.000 ap
pena del 1918.
L'industria si concentra in massima par
te in quattro regioni : Piemonte, Veneto,
Lombardia e Toscana. Si lavora, per quat
tro quinti, lana importata dall’ estero. Nel
1925 esistevano 630 pettinatrici, di cui 620
rettilinee e 10 circolari a sistema inglese.
Per la filatura della lana cardata la cifra
totale dei fusi si aggira intorno ai 600.000,
con un aumento di 80.000 su quelli del
1918 allora così distribuiti : 248.000 in Pie
monte; 82.000 in Lombardia; 72.000 nel
Veneto; 65.000 in Toscana e 53.000 fra le
altre regioni (in complesso, all’epoca del
l’armistizio : 520.000). La filatura del car
dato occupa oggi da I 5.000 a 20.000operai.
La filatura della lana pettinata si svolge
con 550.000 fusi, di cui 300.000 in Pie
monte, 150.000 nel Veneto, 65.000 in
Lombardia e 35.000 nelle altre regioni. V i
lavorano in totale 15.000 operai.
La tessitura fa poi funzionare 20.500 te
lai meccanici, dei quali 9000 in Piemonte,
4000 nel Veneto, 3400 in Lombardia, 3600
in Toscana e 500 altrove. A questi vanno
aggiunti circa 2000 telai a mano constatati
nel 1918 in modeste aziende del Mezzo
giorno, ed il numero dei quali, probabil
mente, è oggi diminuito.
Infine registriamo i vari articoli che si
vanno ora fabbricando in Italia. Non man
ca niente di quanto è richiesto dalle molte
plici necessità personali e industriali. Tre
cento ditte producono stoffe cardate; un
centinaio di opifici dà le pettinate ; venti sta
bilimenti si dedicano alle lanerie da donna.
Altri producono coperte e sciallerie, feltri
e panni per industrie, velluti e peluches,
tappeti, stoffe per mobili e tappezzerie,
panni per carrozzeria, scrivanie e bigliardi,
passamanerie, pizzi, tulli e filati da negozio.
Questa industria, che tiene nel quadro
dell’ attività nazionale uno dei primissimi
posti, segue, insomma, una costante linea
ascensionale. Non è arrischiato, per il vi
cino avvenire, pronosticarle mète sempre
maggiori.
Cercheremo di rendere più evidente que
sta nostra asserzione descrivendo, sia pure
sommariamente, le ditte componenti il
«Gruppo di Torino e Provincia», descri
zione che permetterà al lettore di farsi un
giusto concetto dell’ importanza raggiunta
da questa industria anche nel nostro fioren
tissimo Piemonte e più precisamente nella
nostra Sabauda provincia torinese.
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