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piatrici-stiratrici

in nastri di titolo opportuno

per passare alla

filatura.

11 peso di tali na­

stri varia da 20 a 25 grammi ciascuno.

Quelli uscenti dalla pettinatura possono es­

ser avviati alla filatura in

greggio o sbian­

chito o tinto.

Qualche volta nastri di lane

differenti si mescolano per conferire al filato

caratteristiche particolari. Si mescolano pure

nastri di tintura diversa per ottenere spe­

ciali effetti di colore.

A questo punto la lana, a seconda del­

l'aspetto, della morbidezza e della finezza,

viene ripartita in :

lana per maglieria,

op­

pure :

da filato per tessitura.

La filatura può eseguirsi con due sistemi :

francese

od

inglese,

i quali comportano

macchinario di concetto meccanico diverso.

Il passaggio della lana attraverso l’ uno o

l’ altro dipenderà dalle caratteristiche più

confacenti al principio su cui si basa il mac­

chinario stesso.

Comunque, in uno o nell’altro sistema, la

lavorazione consiste sempre in una «

prepa­

razione

» del nastro di pettinatura alla filatu­

ra vera e propria. Per successivi stiramenti

in macchine accoppiatrici e stiratrici il nastro

viene portato al titolo opportuno perchè, con

un unico passaggio al filatoio, sia poi tirato

in filo del titolo richiesto e colle torsioni vo­

lute. Comuni ai due sistemi sono le opera­

zioni di finissaggio (accoppiamento, ritorci­

tura, vaporissaggio, eventuale tintura, in­

cannatura, ecc.) per render la lana atta al­

l ’uso industriale.

E passiamo a dire della tessitura. I filati,

c’ informa il prof. Federico De Gregorio in

un suo testo dotto ed esauriente (Torino,

1913), passano alla

tessitoria

per la costru­

zione del tessuto (panno o pettinato). Il tes­

suto consiste nell’ intreccio d’una serie di

fili disposti parallelamente nel senso della

larghezza, detti

catene,

con un altro ordine

di fili trasversali detti

trame.

L ’ intreccio del

filato di trama e di catena forma

Varmatura.

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