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scienza alle nuove generazioni ; nella m ed e
sima Casa tornano i Fratelli, invecchiati e
logori da lle fatiche della loro santa m issio
ne, come torna la rondine al proprio n ido,
e fra la gioventù esuberante aspettano nella
pace serena che il Buon D io dia prem io alla
loro grande, sublime opera. G iunga loro la
riconoscenza, la stima, il grazie sincero di
tutti quelli che g iovani a lliev i beneficiarono
dei loro insegnamenti.
Assumono i Fratelli la D irezione d i Isti
tuti a V enezia , A lb a , M ilano, P iacenza ,
Parma, V ia re gg io , Genova ; varcano i con
fini della Penisola e portano la loro opera
santa a Bengasi, R od i, Corfù, T r ip o li d ove
fra breve sorgerà un nuovo grande C o lle g io .
1929. T ra un’ iridescenza di rose, tra una
miriade di gioventù fiorita, nel severo C o l
legio d i S. G iuseppe, il 18 m a gg io ven iva
il Principe d i Piemonte ad allietare col suo
abituale sorriso l ’ A ccad em ia Commemora
tiva del Centenario; è presente S. Em . il
Cardinale A rc ivescovo e le massime A u t o
rità cittadine. N e l corridoio centrale v iene
inaugurata una targa che eternerà nel mar
mo l ’ approvazione e plauso del P rin c ’ pe
Sabaudo a ll’ opera fatta iniziare dal suo A v o
e portata dag li um ili Fratelli delle Scuole
Cristiane attraverso tanti disagi e fatiche a l
l'ap og eo de lla gloria attuale. N e l salone d e l
le feste, il Principe di P iemonte è accolto
da quella commovente grandiosa accog lien
za che so lo Torino sa tributare ai Savoia.
L e felicitazioni che il Principe vo lle espri
mere ai dirigenti nel lasciare l ’ istituto sarà
certamente d ’ incitamento e n ^ n o per i buo
ni Fratelli a raggiungere magg iori e sublimi
mete.
T o r in o regale lo augura.
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