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doveri; c 'è il dovere che attiene più alla morte che

alla vita. Alla morte, all’ annullamento di sè. Ch’ è

un ricrearsi su motivi diversi da quelli dell’ esistenza

quotidiana. Anche voi, figli, vi ho visti in questa

sfera, pallidi come angeli, quasi il sangue che vi ho

dato si riperdesse in me, nelle mie vene, nella mia

fatica, nella mia pena ». Nè mancano, qua e là, dei

tocchi che posseggono vivacità ed immediatezza sin­

golarissime. Leggete questo: «Una compagnia di

fiorentini va all'attacco del nemico, annidato sotto

Atronà, nella giornata del 21. Un gruppo di nemici

contrattacca, seguendo un suonatore di corno, che,

di tanto in tanto, per animarli, dà di fiato nel suo

strumento. I fiorentini riconoscono in quel suono

uno dei famigliari richiami delle loro città, gridano

beffardi, da una fucilata all'altra: Celati! Celati! » .

Ritorno. Fra tanto sbatacchiare di insegne e chinca­

glierie cosiddette letterarie, c ’ è da gustare questo

tratto di mussoliniffs.4 semplicità.

« Le parole non mancano mai alle idee; son

piuttosto le idee die mancano alle parole. Allorché

I idea è giunta al suo ultimo grado di perfezione,

la parola sboccia, si presenta e la riveste ».

La prosa di Giuseppe Bottai è l’ esemplifica­

zione diretta di questo rilievo, il cui valore risulta

tanto più sintomatico, perchè proviene da un gran­

de virtuoso della forma letteraria.

Che parli o scrìva il N. esprime quella chia­

rezza d'idee e di pensieri, ch’ è già per se stessa

una prova di buon gusto e di maturità. Gli si può

dunque credere se nel

Quaderno affricato

scrive:

« ... Durante l’ultima guerra, tenni una specie di

diario. Ma erano notaaioni descrittive, letterarie,

s|»esso fantastiche, quelle ch’ io scrìvevo. Non no*

tazioni di fatti. Era un diario poetico, spesso anche

nel senso formale della parola. D mio spirito è oggi

meno disposto a quel genere di scrittura. La poesia

non è caduta dal mio animo; ma si esprìme, forse,

altrimenti, nella stessa tensione della mia vita ».

Alla sequela del Dace, il N. è Ira i parbiniai

frìttoci che obbedendo alla vocazione p-faira. ab*

hiano saputo far tacere le persistesti tentazioni del­

la rettorie*. All'artificio della verbosità scrìtta o

parlala, egli contrappose la pamia eb’è sperebis e

r»timsaiauia di vita: fona dello spirila ebe aa

«*— iim n i alla realtà, c a p i » di s a li— — «ha

i raccoglie e si tiben in n 'aM Ìa rattrattiva.

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b Carta dd Lavar» « la Carla dafla Sraaia,

murna

riflessa la personalità del N., nelle prospettive in­

novatrici segnate dal Capo. La Civiltà del Lavoro,

affidata alle nuove generazioni, trova in lui l ’ arte­

fice e l’ attore. E’ così invalsa l’ abitudine — triste

abitudine — all'ampliazione ed al ditirambico, che

non ci stupirebbe di vedere travisate e confuse que­

ste nostre affermazioni; tuttavia, chi sa leggere un

po’ chiaramente nel quadro della vita politica ita­

liana, non potrà non riconoscere che il segreto del­

l'azione del N., politico o scrittore, uomo di pen­

siero od organizzatore, risiede in un vigile e sensi­

bilissimo senso dell’ umano, che in ogni evenienza

lo porta a capire ed a penetrare l ’ aspetto essenziale

degli uomini e delle cose. Anche quella sua ten­

denza a precisare, approfondire, discutere, docu­

mentare, costituiscono, in regime autoritario, la

prova di un’ intelligenza che non si appaga di for­

mule e di dati acquisiti nel facile e sbrigativo reper­

torio dei luoghi comuni.

c Si torna, si viaggia verso il noto. Tutto è rove­

sciato da « allora », da quell’ andare in giù, verso

una terra sconosciuta, *

"erra inedita, un de­

stino misterioso. Ora, si va per un mare già amico,

tra terre possedute, verso mete famigliari, vèrso

una sorte, che ci sembra di riprendere al punto in

cui volontariamente ne interrompemmo il corso. Un

senso di verginità, questo ritrovarsi spogli d'ogni

preoccupazione, d’ogni ansia, d’ ogni curiosità. Un

ricominciare da capo.

E,

per quanto una pecca­

minosa malizia, ci dica che tutto sarà come prima,

di noi

e

degli altri, divisiamo, in questo ricomin­

ciare, di rinnovare la nostra vita; o il nostro modo

di vivere ».

Una nuova esperienza vissuta, che già converge al

fine più alto: migliorarsi per migliorare.

M OOUO ARATA

S P I C C I O