

carriera, nel 1848. comandante del reggimento Granatieri
Guardie lo condusse eroicamente nella battaglia di Goito
e non meno valorosamente, quale generale, comandò la
Brigata « Aosta » a Novara: ed infine — per non potere
citarli tutti — ricordo un O
ttavio
L
overa
di
M
aria
(1836-
1903>, ammiraglio, che. nominato guardiamarina a soli
17 anni, giunse a tanto alto grado dopo avere eroicamente
combattuto in Oriente (1855-56). nel ’59, nel '60 all'assedio
di Gaeta meritandosi la Croce di Cavaliere dell'Ordine
Militare di Savoia, ed infine nella campagna del 1866.
E nelle imprese guerriere dei giorni nostri, giacché i Lo
vera di Maria sono sempre valorosamente presenti ove si
compiono i destini della Patria, ricordo il colonnello C
e
sare
L
overa
di
M
aria
che. giovanissimo sottotenente del
50'’ Fanteria, nel 1912 ad Assaba (guerra di Libia), gua
dagna la medaglia d'argento al valor militare, quella di
bronzo nella grande guerra, quale maggiore addetto alla
58* Divisione, ed ultimamente, comandando arditamente
la colonna che per prima, forzate le violentissime resi
stenze nemiche, occupa e restituisce alla Patria la italia
nissima Mentone. merita la Croce di Cavaliere dell'Ordine
Militare di Savoia. Ed ancora, rientrando cosi nella fa
miglia del nostro eroico Annibaie, ricordo il suo valoroso
fratello, tenente V
ittobid
L
overa
di
M
aria
, combattente in
Africa Orientale nella colonna del generale Frusci che ha
ritolto Cassala agli inglesi.
Ma la nobiltà del tenente Annibaie Lovera di Maria, che
pur discende da tanti illustri rami, si afferma, malgrado
la sua giovane età. unicamente appoggiata alla sua per
sonalità — ben nettamente distinta manifestatasi fin dal
l’adolescenza — che aveva alla base una non sempre lieve
abitudine: il dovere.
Severamente educato presso i Salesiani egli non poteva nè
voleva essere un mediocre. La sua nobilità gli assicurava
certamente un posto di privilegio nella vita, ma questa
era la nobiltà ereditata, di cui bisognava innanzi tutto
rendersi degno e poi rafforzarla, per sua intima personale
soddisfazione. Di sentimenti elevati, profondamente cri
stiano. dal tratto premuroso e delicato, egli era sostan
zialmente di carattere forte. Superata la maturità clas
sica nel luglio 1929. nel 1934 consegui lodevolmente la
laurea in scienze economiche e commerciali. Completata
nel G.U.F. la sua formazione spirituale, fu subito ed uno
dei primi e più amati capo-manipolo della Legione Uni
versitaria « Principe di Piemonte * meritandosi per quanto
in giovanissima età. la Croce di anzianità della Milizia.
Alla solida preparazione professionale accoppiava un pro
fondo amore al lavoro ed una scrupolosa esattezza e per
ciò fu. nella vita civile, un ottimo ed Ìntegerrimo funzio
nario del Municipio di Torino.
Richiamato alle armi, corse con entusiasmante fede al
suo posto di combattimento ove sarebbe stato come ave
vano saputo starci i Lovera suol avi, senza un rimpianto
per il suo cosi promettente avvenire, con la baldanza del
più ardente patriottismo, col sentimento della più sentita
devozione alla Augusta Casa Regnante, con l'intima as
soluta fiducia nella Vittoria e nel divenire della Patria
guidata dalla mano infallibile del Duce.
Dice la motivazione della Medaglia d'Oro assegnata alla
Sua memoria:
«
Comandante di un plotone mitraglieri, durante un vi
goroso attacco a posizioni nemiche particolarmente ag
guerrite, spinto da impareggiabile audacia, infondeva con
calma mirabile ed indomito coraggio, superbo spirito com
battivo al proprio reparto. Ferito una primi volta, rad
doppiava di ardore nel trascinare i suoi uomini alla lotta
con l’animo proteso verso la vittoria. Colpito mortalmente
da granata, rifiutava ogni soccorso, lanciando contro il
nemico tu fu§a
a
grido il:
Vìva 0 Re! V iva ti Dace! Viva
l’Ita lia !
a testimonianza della sua fede invitta e del suo
sublime eroismo. All'ospedale da campo, nel supremo olo
causto della vita, confermava ancora una volta le sue ec
celse virtù militari.
— Bramans, 23 giugno 1940-XVIII ».
Il 23 giugno — aveva assunto frattanto il comando, su
periore al suo grado, della compagnia mitraglieri — com
pito di cui si era dimostrato essere perfettamente all'al
tezza perchè in ogni facile o difficile frangente lo assol
veva con sicurezza ed abilità come se. in vita sua. non
avesse fatto altro che trovarsi di fronte a gravi respon
sabilità ed a situazioni difficili —, il 23 giugno, mentre in
prima linea, sprezzante di ogni pericolo, trascinava, con
l'esemplo più che con gli ordini. 1 suoi uomini e le sue
armi a ll’attacco delle munitisslme posizioni francesi di
Bramans (Savoia), veniva ferito una prima volta. Nell’ar
dore della lotta, conscio delle responsabilità Inerenti al
suo grado ed alla sua funzione, non tralasciava di incuo
rare 1 suoi uomini, dimentico di sè stesso e del dolore
della ferita quando, preso in pieno dallo scoppio di una
granata nemica, veniva investito da numerose scheggle
che gli dilaniarono tutto il lato sinistro della persona.
« Non lo sentimmo lamentarsi ». affermano quelli che gli
erano vicini e che accorsero per soccorrerlo! Ed Egli, an
cora e sempre e solo preoccupato dei suol uomini e dello
svolgimento del combattimento che non consentiva soste,
rifiutando i soccorsi, continuava, malgrado 1 crescente
infuriare del fuoco, a sostenere 1 suo reparto con l'esem
plo del suo virile comportamento, trovando ancora la
forza di inneggiare al Re. al Duce, all’Italia. Il
28
giu
gno. alla vigilia della morte, fu trasportato nell’ospeda-
letto da campo sistem ai nel cascinale di Notre Dame de
la Dellvianée Sottoposto subito a due amputazioni, quella
dell'intero braccio e di una parte del piede, pure sfinito
dallo strazio del suo corpo ma perfettamente consapevole
e cosciente del suo stato. Egli aveva 1 morale alto, e par
lava volentieri, giungendo perfino a scherzare a proposito
della ferita alla gamba, dimostrando uno stoicismo vera
mente epico ed una rassegnazione cristianamente esem
plare. All'Altezza Reale il Principe di Piemonte che aveva
voluto visitarlo portandogli il conforto della sua cordiale
ammirata simpatia. 1 tenente Annibale Lovera di Maria,
con quella semplicità che gli era solita, pensando che 1
dovere, per 1 soldato, non deve aver lim iti, rispondeva
rammaricandosi solo di « aver fatto ancora poco ». Nè di
versamente rispondeva all'Altezza Reale la Principessa di
Piemonte che, quale Ispettrice della Croce Rossa, a cono
scenza delle sue gravissime ferite, accorse personalmente
all'ospedaletto portando seco 1mezzi per una migliore as
sistenza sanitaria: «Ho fatto volentieri il sacrificio di
una parte di me stesso...». All’Augusta Signora che gli
ricordava la famiglia amatissima, la fidanzata adornis
sima. lontane ed ancora ignare, attanagliato dallo strazio
della tremenda amputazione del braccio che gli strappava
un grido di angoscia, riacquistata la sua eroica fermezza
e rassegnazione, con lieve sorriso che rifletteva la dol
cezza dell'intima visione di quei cari, confidava 11 suo
estremo saluto, suscitando nel presenti profondissima
commozione per tanta nobiltà d'animo e per tanto virile
coraggio.
« Vicino alla morte — scrive un suo carissimo commili
tone del 2* Battaglione del 64° Fanteria — Egli si dimo
strava ancora più forte di noi... ».
Decedeva, malgrado la tenace resistenza fisica e morale
alla fa tile gravità delle ferite. 1 giorno stesso. 27 giugno,
alle ore 20. in perfetta pace, con sublime fierezza di sol
dato consapevole della fine ormai vicina e con cristiana
rassegnazione. E* sepolto, provvisoriamente, nel cimitero
di guerra del Moncenislo. sentinella agli Incontaminati
confini della Patria che. riconoscente, ha scritto U ftoo
nome nell’Albo d'Oro della pM alta noM lti guerriera •
nelle pagine Immortali della Storta.