

gente, portava a casa la sua già discreta settimana. Era
già un omino, venuto su con ottimi sentimenti e propo
siti seri, sotto la guida del padre che era stato anche un
buon combattente nella grande guerra e che gli aveva
scelto il nome di Alberico a ricordo di un fratello, capo
rale del 14' Fanteria, valorosamente caduto sul Nad Logen.
nel 1916.
Entrato nella fabbrica Alberico cominciò a frequentare
assiduamente il Dopolavoro Fiat, dedicandosi quasi uni
camente allo sport rivelando ben presto nella scelta e
nella perseveranza della sua attività sportiva — 1 nuoto
e la montagna — l'animo del lottatore coraggioso e forte.
D ifatti mentre ancora giovanissimo, anzi ragazzo, si af
fermava lodevolmente nelle gare di nuoto si era iscritto
al Gruppo Alpinismo Fiat. Autentico rappresentante della
gioventù cresciuta ed educata, interamente e senza de
viamenti. nel clima mussollnlano, aveva fatta sua la mas
sima del vivere pericolosamente e. abbandonato ogni altro
svago, si era dedicato esclusivamente al lavoro ed alla
montagna, ottimo operalo ed ottimo scalatore. <Il sabato
spariva — ricordava 1 padre, non senza fierezza per aver
saputo dare alla Patria tanto figlio — e ritornava la sera
della domenica: sempre sulla montagna, questa sola la
sua passione! ».
La montagna che egli amava e che. per quanto aspra e
gelosa fosse delle sue vergini vette e. talvolta, amman
tata di candide nevi allettatrici. ribelle e vendicativa, la
montagna che egli voleva domare e vincere con la sua
agilità, con la sua Intelligenza, con la sua forza, col suo
ardimento, era cosi la sua sola preferita palestra ove du
ramente ma gagliardamente si completava la formazione
fisica e spirituale di Alberico Marrone E la montagna,
riconoscente di questo amore, sarà poi lo scenario gran
dioso. il testimonio muto ma eterno della sua fulgidis
sima gloria!
Nel novembre dello scorso anno, mentre la guerra già so
spinge verso l'arco delle nostre alpi gli echi sinistri delle
prime battaglie, Alberico Marrone si arruola volontario
alle armi. Ha solo 18 anni, ma è esuberante di vita, di
fede, di entusiasmo fervido che sa comunicare anche al
padre suo che gli dà 1 consenso di andare. Un bacio al
padre, un bacio ed un consiglio al fratello minore — l’u
nico rimasto della numerosa famiglia — e via.
Si presenta alla Scuola di Alpinismo di Aosta. Egli è già
un fedele amico della montagna e lo accetteranno cer
tamente. La vita dell'alpino è fatta apposta per Lui. Viene
difatti arruolato e, compiuto lodevolmente 1 corso di ad
destramento di cui risulta uno dei migliori è promosso
caporale. In maggio è trasferito al 3* Reggimento Alpini,
al glorioso Battaglione « Finestrelle ». ed è assegnato alla
30* Compagnia. U reggimento fronteggia già le linee fran
cesi. pronto ad ogni possibile evento.
La 30* Compagnia alpina porta un nome che ne esprime
la virtù e l’impiego, un nome che è come una consegna,
un incitamento, un ordine: si chiama
«La Balda».
Una
ragione di più perchè Alberico Marrone sla più che con
tento di starvi e di farrisi apprezzare, malgrado il suo
viso Imberbe. Ne «La
Balda
» appartiene al 2* plotone
fucilieri ed è capo-arma di un facile mitragliatore. In po
chi giorni egU conquista sabito la simpatia di tatti 1 su
periori e del soldati e la piena fiducia della sua squadra.
Senza un’ombra di spavalderia, cosi facile negli adole
scenti e che rende talvolta antipatici anche 1 volerai.
egU. già temprato al perleoèo che si sentiva capace di af
frontare serenamente e moralmente convinto delle boone
ragioni die spingevano rito lta a Im en i pronto oQo guerra
ed occorrendo a farla a costo di ogni sacrificio, entusia
sticamente fiducioso della vittoria finale, manifesta al
suol compagni l'ardente attesa del momento in cui potrà
trovarsi di fronte al nemico e misurarsi con lui. Iniziate
le operazioni di guerra, verso le ore 15 del 21 giugno, par
tecipava ad una azione della sua compagnia contro le ri
dotte francesi che sbarravano la valle del Guill, per la
conquista del paese chiamato Abries. Sempre alla testa
della sua squadra, incurante del violento fuoco nemico,
raggiungeva arditamente 1 primi reticolati del fortino e
li scavalcava, concorrendo a catturare 1 primi nemici.
Poi, di sua iniziativa, perchè nessun ordine gli era an
cora giunto per l’ulteriore compito da svolgere dalla
sua squadra, spinto solo dal suo generoso impulso — cosi
attesta 1 suo capitano — si portava col suo fucile m itra
gliatore sotto un altro fortino cercando di scavalcarne
egualmente 1 reticolato, ma. fatto segno a violento fuoco,
appostava accuratamente la sua squadra e rispondeva con
fuoco preciso a quello del nemico. Poi. protetto dalla sua
arma, cercava ancora di penetrare nel reticolato, ma era
costretto ad arrestarsi, perchè ferito ad una gamba. Ma
per poco, perchè Improvvisamente rialzatosi, sprezzante
del pericolo, tra l’infuriare del fuoco nemico, si slanciava
nuovamente in un vano del reticolato e mentre, in piedi,
tentava di lanciare l’ultima bomba, una raffica di mitra
gliatrice lo investiva in pieno petto, freddandolo.
Il suo magnifico comportamento aveva meravigliato 1 ne
mico stesso al punto che. non appena la sospensione delle
ostilità lo consenti, spontaneamente e cavallerescamente
Informava il nostro Comando circa la eroica condotta del
caporale Marrone.
Ecco la motivazione che. consacrando la Medaglia d'Oro
al valore militare « alla memoria > di Alberico Marrone,
lo addita alla perenne gratitudine della Patria quale lu
minoso esempio a tutti gli italiani:
<Capo
gruppo fucilieri di una squadra avanzata ed infil
trata attraverso attivi ridottini avversari, dava altissimo
ed eccezionale esempio di ardimento e di sprezzo del pe
ricolo lanciandosi sempre primo in avanti. Ferito una pri
ma volta ad una gamba, continuava eroicamente nella
lotta finché cadeva fulminato dalle raffiche nemiche men
tre in piedi tentava lanciare l’ultima bomba, suscitando
tale ammirazione nel nemico da indurlo a segnalare U ge
sto eroico ai suoi superiori. Fulgido esempio di sublimi vir
tù militari e guerriere.
— Abries. 21 giugno 1940-XVIII ».
n maggiore Martini, comandante del Battaglione «Fene-
strelle». esaltandone 1 fulgido eroismo, cosi scrive: «G li
Alpini del Battaglione **Fenestrelle ” gli hanno presentato
le armi In segno di rispetto, di ammirazione e di ricono
scenza per le sue virtù e per il suo valore... ».
Alberico Marrone, a diciannove anni non ancor compiati,
ha scritto una nuova luminosa Indelebile pagina nella
storia del valore del combattente Italiano e della gioventù
del Littorio cbe-con Lai assurge nel cielo del dovere e del
sacrificio, dell’onore e della gloria che veramente e pe
rennemente nobilitano. D suo Spirito è rimasto a splen
dere. fra le stelle, più in alto di tutte le cime della mon
tagna che tanto amava, per indicare il cammino da se
guire alle generazioni che verranno...
E*
sepolto nel cimitero di «
Lo
Monti ».
T. Colonnelo ITALO n n e j i