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RASSEGNA D I POLITICA ESTERA

L’AMERICA CONTRO L’EUROPA

Qualche giorno dopo la spontanea adesione della

Bulgaria al Patto Tripartito, alla quale la diplomazia

anglosassone ha cercato vanamente un compenso ju­

goslavo. cioè nel medesimo giorno in cui il Governo

nipponico annunciava ufficialmente la visita del suo

Ministro degli Esteri a Berlino e a Roma, il Senato

americano ha approvato con 60 voti favorevoli e

31 contrari la legge per gli aiuti alla Gran Bretagna.

La commedia è finita. Gli interessi della plutocrazia

ebraica hanno prevalso sugli interessi del popolo

americano, come si conviene in un Paese ove la

giudeo-massoneria può esercitare, dietro le quinte

democratiche, il proprio non trasgredihile volere.

L'opposizione rappresentava tutte le legittime

obiezioni che sono sorte spontaneamente nella men­

te di quegli americani i quali preferiscono che l 'A ­

merica resti in America. Rappresentava il buon sen­

so, l'istinto isolazionistico delle masse, il ricordo

della Grande Guerra che portò il debito pubblico a

30 miliardi e che, passata l'euforia dei primi facili

guadagni, lasciò in eredità 23 milioni di disoccu­

pati; rappresentava il dubbio sulla vittoria inglese,

il dubbio sulla vittoria americana, il dubbio sul

pericolo di una prossima invasione del continente

americano da parte delle armate volanti dell'Asse

e la negazione della esistenza di ragioni storiche im­

pellenti ed imprescindibili d'intervento. Come tale,

l'opposizione non poteva raccogliere un numero di

voti che potesse equivalere alla coalizione degli ebrei

roosveltiani i quali assalgono il buon senso con ar­

gomentazioni imprevedute, agitano le masse con una

propaganda violenta e allevatrice e che, trascorsa

questa seconda euforia di produzione e di guadagno,

avranno reso insanabile il debito pubblico e cata­

strofica la disoccupazione. Non poteva. Solidali con

l'ebreo massone Roosevelt, in seno al Senato e al

disopra del Senato, vi sono gli ebrei massoni Frank­

furter, Baruk. Schiff, Loeb, Breitung, Warburg,

Huauer, Morghenthau. ministri del Dio Quattrino.

Per essi la guerra è un affare perché offre la possi­

bilità di favolosi guadagni a spese dello Stato e del

popolo. E allora per darle una giustificazione ideale

e un contenuto persuasivo Israele afferma il diritto

e il dovere dell'America di regolare, col suo inter­

vento, il destino delle Nazioni e di difendere le sa­

cre istituzioni della sua libertà democratica dalle in­

combenti minacce dell'Europa fascista.

E ' a guerra santa • per la tutela del presente e

l'ipoteca sul futuro, per una pace americana nel

mondo. Questa — si afferma — è la missione degli

Stati Uniti. Dio lo sa.

L'aiuto americano non si manifesta soltanto nel*

('«affitto e prestito». Viene accompagnato dall'in­

vio di emissari diplomatici e di addetti militari verso

tutti i punti cardinali della politica mondiale.

Dietro la finzione teorica della neutralità l'Ame­

rica è virtualmente in guerra. E' lecito pensare che

Roosevelt non creda alla vittoria inglese. Di più:

che non desideri la vittoria inglese. Vuole la morte

dell'Inghilterra per carpirne le spoglie oceaniche,

per »ucchiarne le risene auree, per sostituirla nei

mercati, per assorbirne l'influenza. Questo è il vero

volto della « cuginanza » anglosassone, il segreto

della politica di Washington, il fine inconfessabile

dell'azione americana. Ed in questo senso le brame

plutocratiche ddl'ebraismo massonico possono, ap­

parentemente. coincidere con l'ambizione america­

na di egemonia. Gli Stati Uniti sono il più grande

nemico dell'Inghilterra. L'Impero albionico deve,

morendo, svuotarsi ndl'America. Più lunga sarà la

sua agonia e più grande sarà il bottino che ne trar­

ranno i « cugini » . aiutandola.

Roosevelt sa che l'industria del suo paese non

potrà produrre in tempo e >ufficientemente per la

vittoria di Churcill. sa che il suo esercito non è nu­

mericamente e tecnicamente addestrato per misu­

rarsi con le armate italo-tcdesche. che anche se lo

fosse non si troverebbe il modo di impiegarlo util­

mente in Europa e neppure ove sbarcarlo, se pure

fosse possibile sbarcarlo; sa che una guerra dichia­

rata all'Asse produrrebbe automaticamente l'entrata

in campo del Giappone che possiede una flotta for­

midabile; sa anche che, a guerra finita, l'Europa

graviterà attorno all'Asse. l'Africa attorno all'Eu­

ropa e che sarà pur necessario, querele democra­

tiche a parte,

rimettersi

a trattare, perchè non è con­

sentito nemmeno all'America di ignorare due conti­

nenti. Perciò l'affermazione di Wilkie, che gli Stati

Uniti proseguiranno la guerra qualora la Gran Bre­

tagna dovesse soccombere, appare bugiarda e quindi

perfettamente inquadrata nella tragica scenografia

della solidarietà anglosassone.

E' certo tuttavia che l'Europa di domani, di cui

l'economia non sarà più basata sull'oro, forma una

delle magami preoccupazioni dell'ebraismo ame­

ricano detentorc di quasi tutto l'oro monetario della

Terra. E' dunque nei piani di Israele che il crollo

dell'Inghilterra proceda di pari passo con l'esauri­

mento e il crollo dei Regimi Fascisti, colpevoli di

sovvertire il senso e il valore della ricchessa. L 'A ­

merica dei dollari è contro l'Europa del lavoro, al*

l'Europa delle Rivoluzioni e del Popolo.