Table of Contents Table of Contents
Previous Page  327 / 729 Next Page
Show Menu
Previous Page 327 / 729 Next Page
Page Background

superbo corteggio ili Damo e Cavalieri clic destò la

piti alta meraviglia introducendo l'uso della giostra e

dei tornei anche sulle pittoresche rive del Bosforo.

< onie narrano le cronache del tempo anche in onesta

circostanza il Montevecchio brillò in modo veramente

ammirevole.

Questo fervore d'opera tecnica ed artistica ed i

precedenti servizi furono compensati colla stia nomina

a Maggiore nel Reggimento Piemonte Reale (già

chiamato « (bavaglia» dal nome del colonnello che lo

creò nel if><;-) ed assieme ad altri distinti ufficiali ebbe

ad assistere alle grandi manovre austriache clic nel iS4.4

si svolsero nel Veronese, ove dovevasi più tardi deci­

dere dell'unità italiana.

Nel fatidico 1X48 noi lo triniamo col sin' Reggi­

mento a far parte della 4 ' Divisione partecipando

alla celebre carica di Pastrcngo capeggiata dai famosi

tre Squadroni di Carabinieri che al comando del

maggiore Negri di Saint Front costituivano la scorta

di Carlo Alberto e alla resa di Peschiera che fruttò

all Arma dei Carabinieri la medaglia d’argento al valor

militare. Più tardi eccolo a Santa Lucia ancora assieme

ai Carabinieri e quivi per essersi specialmente distinto

si guadagnò la menzione onorevole al valor militare.

Partecipò poscia efficacemente ai fatti d’arme di Cal-

iiiasmo, Sommacampagna. (ìadesco e Milano. Nel no­

vembre 1S4S tu promosso colonnello dello stesso

Reggimento ed insignito della Croce di Cavaliere

Mauriziano personalmente dal Sovrano a Vigevano,

davanti al Reggimento schierato in armi.

Nel 1849 fece parte della Divisione del generale

Bas e nel combattimento della Sforzesca, benché fe­

rito da .irma da fuoco alla guancia sinistra, tenne ugual­

mente il comando del Reggimento col quale caricò

audacemente gli L'sscri del Reggimento Radctzki,

•juadagnando la medaglia d’argento al valor militare.

Dopo la disfatta di Novara e l’abdicazione del So-

vr.mo

,seguitò a tenere il comando dei suoi Dragoni e

nel iS si e 1 Ss—fu incaricato di nuove rimonte al-

I estero. In quel periodo di tempo egli fece parte del

brillante Stati' Maggiore che accompagnò il Presidente

della Repubblica Francese Luigi Napoleone alle ma­

novre di cavalleria ili Versailles alla presenza del-

l’ Finirò Abd el Radar, indi tornò alla sua guarnigione

di Savigliano donde nel 18s> fu destinato al Comandi'

della 4 J Brigata provvisoria del Corpo d’ Armata della

spedizione di Crimea. Partito per la Tauridc fu il

1 agosto 18s S promosso generale e partecipò alla

battaglia campale della Ccrnaia. In quel giorno mentre

marciava arditamente alla testa dei suoi battaglioni gli

cadde il cavallo colpito a morte da un proiettile. R i­

montato tosto sopra 1111 altro destriero, ad un suo

aiutante che lo invitava a ritirarsi dalla mischia rispose

sdegnosa:

« 1111 soldato piemontese non indie­

treggia mai!» Ma un secondo proiettile lo colpì poco

dopo al torace. Soccorso e trasportato all’ambulanza

incontrando il generale Lamarmora esclamò: « Gene­

rale, muoio come vissi per servire la Patria, muoio

contenti' oggi, giorno di gloria per le armi italiane ».

Ricoverato all'ospedale di Beladava vi decedeva

il 12 ottobre 1855 tra il compianto dei suoi fratelli

d’arme, che gli resero gli onori dovuti ai valorosi.

Circa mezzo secolo dopo, con mirabile sentimento

di quel cameratismo che è particolare virtù militare

e per quella squisita gentilezza d’animo dei veri cava­

lieri antichi, una Commissione di ufficiali del Reggi­

mento Piemonte Reale, per iniziativa del colonnello

del tempo conte Giulio Merli Miglietti di Castel­

letto Monferrato (testò defunto ultranovantenne), rc-

cavasi ufficialmente a Genova a ricevere la rimpa­

triarne salma dell'antico colonnello Montevecchio che

ora riposa

111

Patria.

Generale L U C I A N O M E R L O

La carica dei (re squadroni Carabinieri Reali a PaMrengo, in aprile 1848, al comando del maggiore di Saint Front