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A. Collo

Carlo Campogalliani

Il film della Pasquali & C. riuscì superiore a quello

dell’ Ambrosio ed ebbe larga risonanza in tutto il

mercato filmistico mondiale.

Non appena terminato di girare

G li ultimi giorni

di Pompei

si pensò di sfruttare il materiale che si era

dovuto acquistare e costruire per il film suddetto. I o

scrivente tu incaricato di scrivere un copione con

ambiente e costumi romani. Egli pensò ad inscenare

la grande figura di Spartaco senza ispirarsi al romanzo

del Giovagnoli, di assai dubbio valore storico c let­

terario.

Bisognava qui sapere che in qucH'anno 1913,

certo Guaita, conosciuto sotto le pseudonimo di

Ausonia, si produceva nei locali di varietà in un numero

di statue viventi.

Il corpo anatomicamente perfetto di Ausonia si

prestava ottimamente per la figura del celebre gladia­

tore ribelle. Perciò il rag. Pasquali lo scritturò subito.

Il film

Spartaco

ottenne un enorme successo in Italia

ed all'estero, soprattutto nelle due Americhe, a New

York c a Buenos Avrcs, ove il film tenne l’esaurito

nei maggiori locali cinematografici della città, per

oltre quaranta giorni.

Non si può passare sotto silenzio l’attività dei tre

maggiori artisti cinematografici comici delle tre Case

produttrici di allora: Polidor alla Pasquali-Film, Ro-

binct all’ Ambrosio e Cretinetti all’itala. I tìlms comici,

inverosimili come tutti i films comici, limitavano la

loro comicità alle cadute, alla rottura delle stoviglie

et similia,

ma divertivano però un mondo soprattutto

i ragazzi.

Nell'ambito ristretto del film muto non po­

tevano contenere eccessivo spirito, mancando la

parola. Ma in quei beati tempi non esistevano ancora

i tìlms americani a far concorrenza a quelli italiani.

Quattro o cinque anni dopo i films comici di Charlot

e Ridolini dovevano detronizzare le comiche italiane,

come detronizzarono anche quelle trancesi, fossero pur

esse di Max Linder.

Lo scoppio della Cìrande guerra, nell’agosto 1914,

arrecò il primo colpo mortale alla cinematografia

italiana. Le Case produttrici sospesero

Ir.

lavorazione

per parecchio tempo, poiché molti mercati esteri che

erano degli ottimi sbocchi alla produzione italiana

non poterono più acquistare le esclusività italiane.

Però trascorsi i primi mesi dall’entrata dell’Italia

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