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Edifici del borgo antico che ne caratterizzano la zona sud-orientale, in prossimità di piazza della Repubblica: i casi di via Genè, di un cortile in corso
Regina Margherita, di via Priocca e piazza Don Albera.
nel suo genere, in cui la vivacità fruitiva e visiva (di movimento, colori, suoni, odori) legata all’attività commerciale risulta un fattore
tale da renderne “viva” ogni parte, tanto da far passare in second’ordine il degrado di molti luoghi e costruzioni. Tale condizione di
degrado, se osservata analiticamente, risulta dequalificante per buona parte dell’area mentre, al contrario, se osservata nell’insieme
ambientale, fa si che lo stato di fatiscenza di alcuni scorci o edifici si integri con quell’immagine un po’
rétro
proposta ancor oggi sia
dal mercato del Balon, sia da alcune botteghe di mobili e oggetti del passato.
Il carattere architettonico della zona è segnato dall’accostamento di costruzioni dai caratteri nettamente differenti, che spaziano da
quelle più antiche, di minuta dimensione ed essenziali nelle forme, a quelle che nei secoli si sono inserite entro l’originario tessuto;
tra queste, si annota la presenza di alcuni imponenti palazzi degli anni cinquanta del Novecento, che hanno stravolto i rapporti
dimensionali, volumetrici e tipologici del borgo.
Numerose sono tuttavia le case del borgo antico, a due o tre piani o più, caratterizzate tutte da un’architettura essenziale, disegnata
prevalentemente dai fori delle aperture di facciata e dai pochi elementi che ne impreziosiscono l’aspetto, come cornici o abbaini.
In molti casi, i fronti sono movimentati dalla presenza di balconi o ballatoi; a volte, questi ultimi appartengono al fronte secondario
dell’edificio che, nell’articolazione volumetrica urbana, essendo visibile dalle strade, diviene una delle quinte scenografiche che
contornano spazi pubblici con una netta personalità ambientale.
Considerando tutta l’area, entro il perimetro qui adottato, gli edifici dell’antico borgo si trovano a volte isolati in ambiti dalle tipologie
miste, a volte però raggruppati con continuità lungo interi tratti stradali, come nei casi di via Borgo Dora e dell’ex canale dei Molassi;
in queste due strade, la loro presenza esclusiva, riqualificata da un recente intervento coordinato effettuato dal Comune che ne ha
ripristinato l’aspetto borghigiano, dà luogo a un ambiente affascinante che ripropone un brano di storia prettamente torinese.
Tali edifici caratterizzanti si ritrovano anche in altre zone a nord di piazza della Repubblica, come ad esempio in via Mameli, o nel
settore compreso tra i corsi Giulio Cesare, Regina Margherita e XI Febbraio, pur dovendo in alcuni casi convivere con incongruenze
edilizie (anche datate) o con realtà degradate che ne attutiscono la sobria, ma gradevole, presenza.
Un altro elemento di caratterizzazione del borgo Dora è la presenza di due vasti complessi storicamente importanti: dell’Ospedale
Cottolengo e dell’antico arsenale, oggi gestito dal Sermig. Essi costituiscono tuttora un importante punto di riferimento, fisico e
funzionale, per la città, nonché poli dell’organizzazione e della connotazione degli ampi spazi con i quali interagiscono. Altrettanto
significativa per la memoria storica è la presenza dell’antico cimitero di S. Pietro in Vincoli, che oggi appare però completamente
decontestualizzato, collocandosi all’interno di uno spazio urbano anonimo, risultante dalla sommatoria casuale di disomogenei
interventi nel costruito.
Nel settore sud-occidentale del borgo (compreso tra via Cigna, corso Regina Margherita e piazza della Repubblica) alcune tracce
dell’antica struttura permangono, ma in modo frammentario, riconducibili ad alcune case, e soprattutto alla presenza del tracciato
non rettilineo dell’impianto stradale, come nel caso di via Cottolengo, o di un evidente dislivello, come nelle vie Ariosto e Gerdil.