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Non è questo un borgo molto antico, almeno per la parte più elevata verso la collina

[…].

Non poche case del

Borgo risentono delle vicende del tempo. Per talune di esse sarebbero necessari l’abbattimento e la ricostruzione.

Il Borgo Po assumerebbe allora nella sua pienezza quell’aspetto signorile e delizioso che gli conferisce la mirabile

natura del luogo che lo circonda.

Abate Daga, 1926, pp. 73, 74

1. La regione del “Ponte Trombetta”, all’imbocco della val San Martino, notevole enclave all’interno del borgo, con caratteristiche sue

proprie, evidenti nell’immagine d’epoca, e ancora oggi nettamente riconoscibili.

2. La barriera della cinta daziaria della Villa della Regina, oggi corrisponte all’innesto tra i corsi Lanza, Picco e via Villa della Regina, al

termine di questo importante asse, segno evidentissimo del borgo, lungo il quale si attesta un’edilizia compatta, soprattutto nel tratto

più vicino alla chiesa della Gran Madre di Dio, realmente a connotazione borghigiana.

3. Il borgo Po, attestato attorno alla chiesa della Gran Madre di Dio, dalla parte opposta del corso del Po rispetto alla città, visto dalla

piazza Cavalieri di Vittorio Veneto. In particolare, sulla sinistra, si apprezza la cortina uniforme di edifici lungo il primo tratto del corso

Casale.

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