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Il fabbricato dell’ex Manifattura Tabacchi e l’antistante piazza Abba, caratterizzata dalla pregevole presenza dell’asilo Umberto I. L’ampio invaso
conserva il fascino del tempo passato attraverso la permanenza di alcuni vecchi edifici ben conservati e delle alberature, ai quali creano una notevole
dissonanza sia l’ampio parcheggio centrale, sia alcune volumetrie disordinate in affaccio o edifici incoerenti con i caratteri storici del luogo.
È anzitutto il caso del nucleo polarizzato sull’ampio complesso dell’antica Manifattura Tabacchi in affaccio su corso Regio Parco.
Il settore si distingue per la presenza del settecentesco complesso manifatturiero che, per la sua dimensione e soprattutto nel
richiamare l’attenzione sulla raffinatezza della sua austera architettura, si configura indiscutibilmente come il polo percettivo
dominante di tutto l’ambito. Un ambito piuttosto ampio, costituito da piccole strade e case che si articolano principalmente nell’area
antistante il fronte dello storico edificio produttivo, e che a volte sboccano su spiazzi di varia dimensione su cui si affacciano edifici
di servizio come scuole e chiese, oppure spazi di aggregazione, spesso alberati, con attrezzature per il gioco dei bimbi o delle bocce.
L’edificato è generalmente a due o tre piani fuori terra (con pochi casi in cui si raggiungono anche i cinque) e architettonicamente varia
dalla semplicità estrema – con case disegnate solo dal ritmo delle aperture verticali di facciata – ad assetti più ricercati, in cui i decori
(di cornici, lesene, rigature dell’intonaco atte a simulare un bugnato, oppure di balaustre e mensole dei balconi) contribuiscono a
impreziosire la fattura stilistica dei fronti strada, con risultati anche pregevoli. Lungo corso Regio Parco, nel settore adiacente al lato
meridionale della manifattura, l’edificato mostra caratteri più affini all’edilizia rurale, soprattutto per quanto concerne gli affacci sui
piccoli cortili interni. Tale connotazione è in linea con l’immagine complessiva di questo settore, in cui ampi spazi sono ancora tenuti
a prato e mostrano le tracce degli antichi canali che un tempo connotavano la morfologia del borgo. Attraverso le alberature che
a tratti delimitano la zona, si affacciano alcuni dei molti fabbricati industriali che caratterizzavano gran parte della restante area di
Regio Parco, generando scorci tipici della sua connotazione borghigiana.
Il secondo nucleo interessante per il suo proporre tipologie edilizie minute, che riportano a un’immagine ambientale del passato,
è invece quello che si cela entro la struttura secondaria di piccole strade in affaccio su via Bologna, in corrispondenza con corso
Novara. Si tratta di un aggregato di piccole case (a due o tre piani fuori terra), di semplice fattura, che si sviluppa in particolare lungo
le vie Candelo, Pollone e privata Quittengo, configurando un ambiente del tutto distaccato da quello caotico e disordinato dei tratti
prossimi delle due importanti arterie stradali su cui gravita. Il piccolo settore è circondato dai fabbricati – in parte dismessi – dei
grandi complessi industriali e di altri per piccole attività produttive, appartenenti tanto all’area entro il perimetro qui individuato per
il borgo, quanto a quella dell’adiacente borgata Monterosa. Questo nucleo, sia per la sua posizione, sia per la scarsa estensione e per
la mancanza di un polo identitario, si configura come un agglomerato autonomo.
Un’ulteriore presenza interessante di piccole case dalle caratteristiche borghigiane si trova nella propaggine della zona a nord, verso
il ponte Amedeo VIII. Qui le case costeggiano strada Settimo come singole presenze senza continuità, in un tessuto urbano che ha
mantenuto ancora vive molte aree con prati e alberi, presentando ancora oggi quei caratteri tipici delle aree più estreme della città,
caratteri che si ritrovano al di là della Stura di Lanzo, nei borghi di Barca e Bertolla.