

Quello che era una volta il Borgo Vanchiglia, è divenuto in gran parte zona centrale per l’espandersi della città.
Se dalla piazza Vittorio Veneto non partisse ancora la via Vanchiglia, certamente nel concetto della cittadinanza i
confini sarebbero molto più lontani, cioè oltre il corso Regina Margherita, o almeno il corso San Maurizio.
Abate Daga, 1926, p. 33
1. Le sponde del Po, impiegate per la lavatura e asciugatura delle lenzuola in corrispondenza del borgo Vanchiglia; sullo sfondo il ponte
Regina Margherita, ancora nella sua conformazione ottocentesca a più arcate, poi sostituito da un nuovo ponte a campata unica nel
1972.
2. La medesima area dopo la costruzione di argini fluviali e la realizzazione di una passeggiata, ancora oggi in uso.
3. Il cosiddetto “borgo Rossini”, in realtà propaggine del borgo Vanchiglia.
4. L’imponente massa delle Mole Antonelliana e la direttrice di via Montebello, che sbuca nel largo omonimo, di cui risulta realizzato solo
l’emiciclo sinistro, uno spazio di disegno eccezionale nell’urbanistica torinese (
circus
e rondò).
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