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Le due borgate, identificabili in due perimetrazioni distinte sulla scorta dei documenti storici, possono però considerarsi come un

unico ambito, in quanto la loro fisionomia riflette caratteri urbani e architettonici comuni, originati dalle medesime dinamiche

formative, tali da non evidenziarne differenze in grado di scinderne le identità.

L’ampio settore costituito da entrambe (nell’accezione comune detto «Barriera di Milano») è connotato da una rete stradale

strutturata su importanti assi, sia di unione tra i principali poli strategici dell’area, sia di relazione con i territori foranei.

La realtà urbana oggi percepibile è caratterizzata da “un’omogenea disomogeneità”, ovvero da una continuità diffusa di una stessa

immagine ambientale, configurata però dalla sommatoria di edifici tra loro differenti nella volumetria e nello stile architettonico.

Un disordine omogeneo, si potrebbe dunque definire, la cui fisionomia complessiva è costituita da un intercalare, dimensionale

ed estetico, tra gli edifici che testimoniano la loro origine negli ultimi decenni dell’Ottocento e quelli che, soprattutto nei primi

trent’anni del secolo successivo, ne hanno definito e completato l’assetto identitario.

All’interno di tale situazione generale si riconoscono però ricorrenze autonome che distinguono alcuni settori specifici dell’area:

i fronti strada dei corsi e delle vie principali (in ossequio alla normativa del 1887) propongono, ad esempio, edifici che tendono a

uniformare l’altezza, mostrando tentativi di una modesta ma curata ricercatezza compositiva e formale del costruito, con architetture

generalmente di gusto Liberty, o con cenni ai suoi temi decorativi, che impreziosiscono in parte anche l’immagine ambientale.

Nell’insieme prevale però un consistente tessuto di case di semplice fattura, di dimensioni variabili e stilisticamente miste (molte

modificate nel tempo con interventi di pelle), poste sui contorni di isolati entro i quali sono spesso evidenti i segni irregolari legati

alla organizzazione distributiva “spontanea” del costruito lungo gli antichi tracciati viari.

Integrata nella configurazione del tessuto residenziale si rileva una notevole presenza di fabbricati produttivi di varia dimensione, tra

cui alcune industrie molto importanti in passato. Tale connotazione funzionale, spesso dominante nello spazio urbano, è del resto

comune ad altre zone adiacenti, come la borgata Aurora e il borgo Regio Parco (anch’esse legate alla prima cinta daziaria del 1853).

In tutti questi settori sono stati infatti i fabbricati per la produzione a determinare l’organizzazione dell’insediamento, incentivando

con la propria attività uno sviluppo consistente della residenza tesa ad accogliere i lavoratori, configurandosi contemporaneamente

come i fulcri visivi di molti spazi urbani.

Le tracce che evidenziano al meglio tale fenomeno sono riscontrabili nel settore a nord di corso Novara, nel tratto incardinato

sui corsi Vercelli, Giulio Cesare e Palermo, proponendo un’immagine protrattasi sino a oggi, praticamente invariata rispetto alla

struttura originaria (a eccezione di interventi minimi e localizzati), tranne per lo stato di degrado, riscontrabile purtroppo in molti

edifici e anche nei fronti strada.

Nelle restanti aree delle due borgate adiacenti a questo settore – soprattutto nella parte a nord – la consistenza più antica dell’edificato

si disperde, lasciando spazio a fabbricati generalmente alti e moderni.

RILIEVO URBANO

Il confine meridionale della borgata Monterosa su corso Novara propone un fitto intercalare tra fabbricati dalle volumetrie e fattezze architettoniche

differenti. Nel tratto prossimo a corso Palermo si rileva la convivenza tra piccole case (o bassi fabbricati produttivi), altre più alte caratterizzate dalla

distribuzione a ballatoio, e alcuni palazzi più recenti. Tale situazione risulta emblematica nello snodo tra i due corsi e la via Aosta, conservando i minuti

edifici della borgata nella biforcazione con via Monterosa, in un confronto dimensionalmente contrastante con le alte palazzate di inizio Novecento

sul fronte nord di corso Novara.